È importante preservare le tradizioni che da generazioni la cultura contadina si tramanda.
BERNA - I produttori di grappa che esercitano per hobby sono un patrimonio che va senz'altro preservato. Questo il succo della mozione di Fabio Regazzi (Centro/TI), già approvata nel maggio 2023 dal Consiglio nazionale, che la Commissione dell'economia e tributi degli Stati (CET-S) raccomanda al plenum di accettare.
Per la CET-S, precisa una nota odierna dei servizi parlamentari, va preservata e rafforzata la tradizione delle piccole distillerie e la produzione di specialità locali. Le piccole distillerie, tra l'altro, si trovano già sotto pressione anche a causa della concorrenza esercitata dai liquori importati. Per sostenere i piccoli produttori è quindi opportuno ridurre gli ostacoli amministrativi.
Stando a Regazzi, eletto nel frattempo alla camera dei Cantoni, la distillazione è una tradizione tramandata da generazioni e legata alla cultura contadina, praticata in distillerie domestiche o consortili nelle quali proprietari di piccoli vigneti o di poche piante da frutta trasformano i propri prodotti.
A livello di numeri, a detta del ticinese, solo nella Svizzera italiana si stimano oggi circa 10 mila produttori privati, di cui 500 con una concessione di distilleria domestica. In totale, in Svizzera, suddivisi tra Ticino, Vallese, Berna e Basilea sono attivi circa 2000 impianti per la produzione di acquavite.
Per Regazzi ci sono ragioni culturali e storiche per preservare questa attività: in Ticino, alle distillerie domestiche fanno capo i piccoli produttori che distillano la tipica grappa di uva americana, coltivata sotto pergole sostenute da "carasc" di sasso e circondate da muri a secco. Questi produttori contribuiscono alla conservazione di un patrimonio rurale importante, sia dal profilo storico-culturale sia da quello del paesaggio.
Ma, con l'entrata in vigore del nuovo articolo della Legge sulle bevande alcoliche, è stata de jure abrogata la possibilità per i piccoli produttori, incluso quelli che possiedono una concessione privata valida, di far capo alle distillerie domestiche, poiché secondo l'ordinanza le concessioni per la distillazione sono autorizzate solo a distillerie professionali, distillerie per conto terzi, o distillerie agricole, escludendo quelle dei piccoli produttori poiché non rientrano sotto la definizione di gestore di azienda agricola.
Secondo Regazzi, da tale situazione traspare chiaramente la volontà di limitare la produzione di acquavite alle sole distillerie industriali e agli agricoltori professionisti, negandola ai piccoli distillatori che esercitano per hobby, stroncando una tradizione regionale più che centenaria.