Interpellanza al Consiglio federale del Consigliere nazionale Lorenzo Quadri
LUGANO - Un'interpellanza su «nuovi abusi nello statuto S» è stata presentata al Consiglio federale dal Consigliere nazionale Lorenzo Quadri (Lega), secondo cui «in vari Cantoni è di recente emerso un grave problema di abusi nel permesso S ad opera di individui che non hanno nulla a che vedere con l’Ucraina». E cita alcuni esempi: «Nei Grigioni più della metà delle persone che hanno ottenuto il permesso S dallo scorso mese di luglio “non parla né ucraino né russo”. La situazione è analoga nei Cantoni di San Gallo e Turgovia. Anche lì gli ucraini sono ormai in minoranza».
Secondo il consigliere «i nuovi beneficiari del permesso S sono in maggioranza Rom, pare ungheresi. Possiedono un passaporto ucraino in quanto l’hanno comprato. Con ogni probabilità situazioni del genere si verificano anche in Ticino. Gli abusi nei premessi S non sono certo una novità: già all’inizio della guerra in Ucraina persone che vivevano da anni in paesi UE hanno ottenuto lo statuto di protezione, come pure migranti economici. I nuovi abusi sono ancora più gravi in quanto i rom con statuto S, oltre a percepire indebitamente gli aiuti garantiti dallo statuto in questione, sarebbero anche dediti ad attività illegali, incluso l’accattonaggio ed il furto negli appartamenti».
Questa situazione - denuncia Quadri - «non può essere tollerata e nuoce grandemente all’accettazione dei profughi ucraini, peraltro già messa a dura prova dalla lunga durata del conflitto e dagli ingiustificati privilegi garantiti dallo statuto S, che non si conciliano con una permanenza di lunga durata sul nostro territorio». Per Quadri, «a quanto pare, la causa dei nuovi abusi sarebbe la centralizzazione e riduzione del dispositivo di gestione dello statuto S ad opera della Confederazione, che porta ad una minore qualità ed incisività dei controlli. Considerando i costi miliardari a carico del contribuente generati dagli statuti S, che il Consiglio federale ha oltretutto deciso di prolungare fino a marzo 2025, la situazione creatasi non è sostenibile». Di qui l'interpellanza al Consiglio federale con la quale il consigliere nazionale leghista chiede se «il Consiglio federale ha idea di quanti siano in Svizzera gli statuti S ottenuti da persone di etnia Rom che nulla hanno a che vedere con l’Ucraina e se ha ha stimato i costi che questi abusi potrebbero comportare per le casse pubbliche». Inoltre se «corrisponde al vero che la centralizzazione delle procedure ha portato ad una riduzione della qualità dei controlli sul rilascio degli statuti S e come intende il Consiglio federale muoversi affinché gli statuti S ottenuti in modo illecito vengano immediatamente revocati».
Quadri nell'interrogazione fa anche presente al Consiglio federale se «non ritiene che la presenza di un numero elevato di abusi nello statuto S nuoccia grandemente all’accettazione dei profughi ucraini in Svizzera».