Il momento è troppo incerto per il gigante giallo che si trova già a dover rivedere la propria strategia.
BERNA - Benché la Posta debba senz'altro rivedere la propria strategia e il modo di concepire il servizio universale, i tempi non vanno accelerati: è quanto pensa il Consiglio degli Stati che ha respinto - 23 voti a 17 - una mozione che voleva stabilire il principio dell'autofinanziamento per i prossimi anni. Il dossier è liquidato.
La mozione inoltrata dal PLR al Consiglio nazionale, e da questo accolta per 95 voti a 94, chiedeva che la strategia della Posta prevedesse il principio dell'autofinanziamento per gli anni dal 2025 al 2028.
In un momento in cui i volumi delle lettere e delle transazioni allo sportello stanno crollando e la Posta non ha il monopolio del crescente mercato dei pacchi, il gigante giallo deve esplorare nuove strade per continuare a finanziare il servizio universale con risorse proprie.
Il Consiglio federale e i dipartimenti interessati stanno già lavorando sul finanziamento del futuro servizio universale, ha affermato a nome della commissione, contraria alla mozione, Andrea Gmür-Schönenberger (Centro/LU). Per questo motivo, ha aggiunto, non vi è motivo di accelerare tale processo.
Il principio dell'autofinanziamento è certamente importante, ma ci sono molti altri aspetti da tenere in considerazione, come la qualità dei servizi postali, la loro accessibilità, la velocità e il prezzo, ha sottolineato Baptiste Hurni (PS/NE). Per Stefan Engler (Centro/GR) bisogna fare un'analisi complessiva e non prendere decisioni affrettate.
Dello stesso parere il "ministro" Albert Rösti, secondo cui è essenziale discutere a fondo su questo tema ed esaminare se il principio dell'autofinanziamento rappresenti ancora la forma di finanziamento più sostenibile per un servizio universale.