La palla ora passa al Nazionale.
BERNA - La nuova Legge sul CO2 è in una situazione di stallo: mercoledì il Consiglio degli Stati ha mantenuto tutte le principali divergenze che l'oppongono al Nazionale. Se mercoledì di settimana prossima quest'ultima camera non dovesse cedere su tutti i punti ancora in sospeso, il dossier andrà in Conferenza di conciliazione.
Come noto, il progetto in discussione mira a dimezzare le emissioni di gas serra entro il 2030 rispetto ai livelli del 1990. Inoltre, dopo l'approvazione popolare, nel giugno 2023, della Legge sulla Protezione del Clima, dovrà essere raggiunto l'obiettivo "emissioni nette zero" entro il 2050.
Per raggiungere questi obiettivi, il Nazionale ha in prima lettura proposto una riduzione delle emissioni di gas serra che dovrà avvenire per almeno il 75% mediante provvedimenti realizzati in Svizzera, percentuale poi abbassata al 70%. Gli Stati hanno invece per ben tre volte confermato la versione proposta dal governo, che non contiene obiettivi cifrati ma lascia all'esecutivo l'onere di stabilire la quota della riduzione. Oggi la proposta di fissare un tetto al 66% è stata spazzata via con 28 voti contro 15.
Una divergenza sussiste anche per quel che concerne la promozione dell'installazione di infrastrutture di ricarica per veicoli elettrici, che gli Stati non vogliono. Lunedì il Nazionale ha proposto di sostenere gli apparecchi di ricarica solo negli edifici con più unità abitative e nelle aziende con più posti di lavoro, e non più nei parcheggi pubblici come auspicato in prima lettura. Il "no" odierno dei "senatori" è giunto con 24 voti contro 16 e 2 astenuti. Il "niet" è ancora più netto - 30 a 12 - per quel che concerne l'eventualità di fissare obiettivi intermedi annuali in relazione ai valori obiettivo di emissioni di CO2 per le automobili nuove.