Per la maggioranza del Nazionale bisogna accelerare i tempi per la pianificazione dell'evento previsto nel 2030. Frenano il Governo e l'UDC.
BERNA - Occorre accelerare i tempi per pianificare la prossima Esposizione nazionale. È il parere del Consiglio nazionale che sostiene una mozione in tal senso - 112 voti a 54 e 20 astenuti - del Consiglio degli Stati, contro il parere del governo e dell'UDC, preoccupati per la situazione finanziaria della Confederazione.
Da cinque anni o più, ha ricordato a nome della commissione Valérie Piller Carrard (PS/FR), sono attive in diverse regioni della Svizzera quattro iniziative per una futura esposizione nazionale. Il 29 giugno 2022 il Consiglio federale e i Cantoni hanno ribadito la loro approvazione di principio al progetto di una nuova Esposizione nazionale.
Come richiesto nel 2016 per la prima volta dalla Segreterai di stato dell'economia e successivamente dal Consiglio federale, questi progetti sono stati sviluppati dal basso e sono sostenuti, condivisi e in parte finanziati in modo sostanziale nelle corrispondenti regioni dall’economia e dalla politica.
Ma il 29 marzo 2023 l'esecutivo ha deciso a sorpresa - e contro sue precedenti affermazioni - che si sarebbe pronunciato in merito a un eventuale sostegno finanziario a favore di una prossima esposizione nazionale non prima del 2028, ciò che equivale a una sospensione dei singoli progetti per un periodo di cinque anni.
Invece del 2028, ha sostenuto Valérie Piller Carrard (PS/FR), il Consiglio federale dovrebbe definire già a partire dal 2026 le condizioni quadro per la prossima esposizione nazionale prevista per il 2030.
La commissione, ha aggiunto la consigliera nazionale, intende avviare un dibattito sull'organizzazione di tale evento, che solitamente si tiene una volta ogni generazione. L'obiettivo principale è chiarire la procedura di selezione dei progetti e definire le basi finanziarie. In questo contesto potranno anche essere stabiliti i criteri applicabili ai progetti e la necessità di nuove basi legali.
Una minoranza UDC per bocca di Andreas Gafner (BE) si è opposta, invano, alla mozione sostenendo che il calendario propugnato è troppo ambizioso e la situazione finanziaria non sufficientemente buona per permettere l'organizzazione di una simile manifestazione. «Dove andremo a prendere i soldi?», si è chiesto retoricamente Gafner, rammentando le sfide cui si trova confrontata la Confederazione dopo il "sì" alla tredicesima AVS o il previsto contributo regolare di coesione all'Ue.
La prima Expo si tenne nel 1883 a Zurigo, a cui seguirono nel 1896 Ginevra, nel 1914 Berna, nel 1939 nuovamente a Zurigo e nel 1964 a Losanna; si tratta di manifestazioni organizzate all'incirca una per generazione. L'ultima, l'Expo.02 a Bienne (BE), Morat (FR), Neuchâtel e Yverdon (VD), aprì le porte il 14 maggio di ventuno anni fa.
Per la settima Expo, che potrebbe quindi tenersi dal 2030 in poi, ci sono già vari progetti. Ad esempio, Svizra27 è una mostra nazionale della Svizzera nordoccidentale sostenuta dai cantoni di Argovia, Soletta, Giura e Basilea.
Nexpo, invece, riunisce le dieci maggiori città svizzere e i comuni di 17 cantoni. X27 è un progetto per una mostra nazionale presso l'aeroporto di Dübendorf (ZH), che abbraccia l'intero Paese e l'intera società. Nell'ottobre scorso questi due progetti hanno firmato una dichiarazione di cooperazione, che apre la via a una candidatura comune.
Dal canto loro, con Muntagna, i cantoni Vallese, Berna, Grigioni, Uri e Ticino vorrebbero organizzare un'Expo decentralizzata in tutta la regione alpina sull'arco di diversi anni.