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SVIZZERACartella informatizzata del paziente: «Ritardi inaccettabili»

25.03.24 - 23:00
Dopo gli ambienti politici, anche il Controllo federale delle finanze critica la mancata introduzione. «Alcuni problemi sono peggiorati».
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Fonte ats
Cartella informatizzata del paziente: «Ritardi inaccettabili»
Dopo gli ambienti politici, anche il Controllo federale delle finanze critica la mancata introduzione. «Alcuni problemi sono peggiorati».

BERNA - Dopo gli ambienti politici, anche il Controllo federale delle finanze (CDF) critica i ritardi nell'introduzione della Cartella informatizzata del paziente (CIP). Dall'ultima verifica effettuata dallo stesso CDF, alcuni problemi sono persino peggiorati.

La CIP è una raccolta di informazioni sanitarie personali. I dati contenuti nella cartella possono essere consultati in qualsiasi momento dai professionisti della salute autorizzati e dal paziente stesso. La cartella elettronica può essere aperta da tutta la popolazione svizzera, indipendentemente dallo stato di salute.

L'introduzione della CIP era prevista per aprile 2020, ma è stata ritardata ed è avvenuta gradualmente dall'inizio del 2021. In vista di quel termine, l'organo superiore di vigilanza finanziaria della Confederazione aveva effettuato un audit nel 2019.

In una nuova verifica pubblicata oggi, il CDF indica che una parte delle raccomandazioni sono state attuate, ad esempio quelle relative all'informazione del Consiglio federale e alla pianificazione dello sviluppo della CIP. Tuttavia, «c'è ancora molta strada da percorrere», scrive il CDF. Le raccomandazioni per il 2019 sono ben lontane dal soddisfare le esigenze attuali.

Ad aprile 2023, solo 19'500 persone residenti in Svizzera disponevano di una cartella elettronica. A ottobre 2022, era possibile aprire una pratica in quasi 70 siti e solo in parte in rete.

Inoltre, le otto "Comunità CIP certificate", tra cui l'Associazione e-Health Ticino (+ehti.ch), hanno ottenuto l'autorizzazione solo tra uno e due anni dopo aprile 2020. Gli ospedali e le case per anziani avevano tempo rispettivamente fino all'aprile 2020 e all'aprile 2022 per aderire al sistema: ad aprile 2023, solo il 44% dei nosocomi e il 33% delle case di riposo avevano soddisfatto i requisiti richiesti.

Centralizzare il sistema
Il CDF sottolinea che questi due tipi di stabilimenti sono di competenza dei Cantoni. L'Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP) non ha quindi i mezzi per imporre o accelerare l'introduzione della CIP. Secondo il Controllo federale, l'UFSP ha dato prova di impegno e, nei limiti delle sue competenze legali, ha adottato diverse misure.

Il supremo organo di controllo finanziario della Confederazione accoglie con favore il fatto che siano in programma diverse misure, ma teme che ciò non sia sufficiente. A suo avviso, è necessario rivedere i principi fondamentali sanciti dalla legge - la Legge federale sulla cartella informatizzata del paziente/LCIP - più di dieci anni or sono, come l'organizzazione decentralizzata di diritto privato della cartella e la possibilità data alle strutture sanitarie di scegliere la propria comunità certificata aldilà dei confini cantonali.

L'UFSP, la cui reazione all'audit è pubblicata nel rapporto odierno del CDF, si dice disponibile ad analizzare una centralizzazione del sistema. La questione era già stata sollevata dagli ambienti interessati e politici durante la consultazione sul progetto di revisione totale, lanciata dal Consiglio federale e conclusasi lo scorso autunno. Nel complesso, a eccezione dell'UDC, tutti sono dell'opinione che la CIP debba essere spronata.

Finanziamento transitorio
Il completamento della riforma richiederà diversi anni. Nel frattempo, il Consiglio federale ha proposto di accelerare la diffusione della cartella elettronica con un finanziamento transitorio di 30 milioni di franchi a partire dalla fine di quest'anno. Le Camere federali hanno dato il loro consenso nell'ultima sessione, dopo lunghe discussioni sulle condizioni di concessione del denaro. L'audit del CDF, datato 15 gennaio di quest'anno, è stato effettuato prima dei dibattiti parlamentari.

Se i Cantoni debbano o no essere liberi di scegliere quali comunità CIP sostenere e se i professionisti debbano o meno essere obbligati ad aderirvi sono state questioni molto dibattute, che torneranno senz'altro ad animare i banche di Consiglio nazionale e degli Stati durante la revisione totale della LCIP.

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