Sono stati presi di mira gli appartenenti all'Ipac, organizzazione che guarda verso Pechino in modo critico
AARAU - Alcuni parlamentari svizzeri sono stati attaccati da un gruppo di hacker che, secondo l'FBI americana, avrebbero stretti legami con il ministero della sicurezza di stato cinese. L'aggressione farebbe parte di un'operazione su larga scala, durata un anno, condotta da Pechino contro le voci critiche e i dissidenti in tutto il mondo.
L'inchiesta Usa - È quanto emerge da un atto di accusa emesso dal Dipartimento di giustizia degli Stati Uniti alla fine di marzo e di cui riferisce oggi la Schweiz am Wochenende (SaW). Le autorità statunitensi hanno rinviato a giudizio sette membri di un gruppo di criminali informatici noto negli ambienti della sicurezza cibernetica come Advanced Persistent Threat 31 (APT 31). Due di loro sono stati inseriti negli elenchi delle sanzioni di Stati Uniti e Regno Unito.
Attacco all'Ipac - Nel quadro di una vasta campagna decisa dalla Cina gli hacker avrebbero preso di mira un totale di 122 politici in Europa, tra cui anche alcuni svizzeri. Tutti gli interessati sono membri dell'Inter-Parliamentary Alliance on China (alleanza interparlamentare sulla Cina, Ipac), un'organizzazione apartitica composta da deputati di tutto il mondo che hanno un occhio critico verso l'esecutivo di Pechino.
I membri dell'Ipac sono stati recentemente informati via e-mail dell'attacco sistematico. Stando al quotidiano danese Politiken, l'organismo basa le sue informazioni su quanto indicato dal Federal Bureau of Investigation (FBI) americano, responsabile delle indagini negli Usa.
Il consigliere nazionale Fabian Molina (PS/ZH) - che, insieme a Gerhard Pfister (Centro/ZG), presiede il gruppo Ipac del Parlamento federale - ha confermato alla Schweiz am Wochenende che i membri dell'Ipac sono stati informati la scorsa settimana dei risultati delle indagini dell'FBI sull'attacco sistematico di internauti cinesi risalente al 2021.
Le modalità - I criminali hanno tentato di accedere alle caselle di posta elettronica ufficiali dei membri del parlamento utilizzando e-mail false e link di tracciamento (cosiddetto phishing). Secondo Molina, i membri elvetici dell'Ipac erano già stati informati dell'attacco all'epoca dai servizi parlamentari. L'operazione sarebbe stata infruttuosa. «Solo di recente però abbiamo appreso che questo attacco faceva parte di un'operazione sistematica di hacking da parte della Cina», ha aggiunto il 33enne in dichiarazioni riportate dalla SaW.
Contattato dal settimanale, il Servizio delle attività informative della Confederazione (SIC) non ha voluto prendere posizione sulla vicenda. «Il SIC non si esprime pubblicamente sul suo modo di procedere operativo e sulle sue attività, né su casi specifici».