Una mozione al Consiglio federale
BERNA - «Anche la Svizzera deve applicare il “modello Ruanda”». È una mozione del Consigliere nazionale della Lega dei Ticinesi a chiederlo al Consiglio federale.
«Il cosiddetto “modello Ruanda” ha avuto in aprile il via libera dal Parlamento britannico, dopo un lungo iter politico e legale. Esso prevede come noto l’esternalizzazione delle procedure d’asilo in un paese terzo (il Ruanda, appunto) - scrive Quadri - negli ultimi tre anni, ossia da quando Stati quali la Danimarca e la Gran Bretagna hanno cominciato a compiere concreti passi politici in direzione del trasferimento delle procedure d’asilo in paesi extraeuropei, il CF è stato a più riprese sollecitato tramite atti parlamentari a seguirne le orme. La risposta è sempre stata negativa».
La motivazione del «no» è stata che «il Consiglio federale riteneva il progetto “inattuabile” in considerazione del fatto che nessuno Stato l’avesse ancora approvato. Aggiungeva però che avrebbe seguito con attenzione l’evolversi della situazione».
Adesso lo scenario è radicalmente cambiato, sottolinea il consigliere, e «il “modello Ruanda” in Gran Bretagna è diventato legge e vari altri Stati membri UE puntano ad una sua applicazione, sollecitando in tal senso la stessa Unione europea. L’argomento della presunta inapplicabilità - sostiene Quadri - dietro il quale il CF si è nascosto per anni, viene dunque a cadere».
Per il leghista, «l’opposizione del CF all’esternalizzazione delle procedure d’asilo sembra in realtà essere di natura ideologica, come emerge da alcune recenti dichiarazioni della direttrice della SEM Schraner Burgener».
E allora «con la presente mozione si chiede quindi che tale opposizione ideologica venga superata. E’ del resto palese - sottolinea - che la Svizzera non può permettersi di andare avanti a spendere 4 miliardi di franchi all’anno per il “caos asilo” (ed è solo la quota parte di spesa a carico della Confederazione), né di continuare a costruire centri federali di lusso come quello di recente inaugurato a Pasture, mantenendo oltretutto aperta una delle due vecchie strutture, così da poter accogliere sempre più migranti».
E conclude asserendo che «anche la delinquenza generata sul territorio dagli “ospiti” dei centri federali per asilanti deve finire».