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CAMERE FEDERALIBerna respinge la sentenza della CEDU: «Nessun motivo per darvi seguito»

05.06.24 - 11:58
«Gli sforzi della Svizzera in materia soddisfano i requisiti in materia di diritti umani».
KEYSTONE/Alessandro della Valle
Fonte ats
Berna respinge la sentenza della CEDU: «Nessun motivo per darvi seguito»
«Gli sforzi della Svizzera in materia soddisfano i requisiti in materia di diritti umani».

BERNA - Non c'è alcun motivo per dare seguito alla recente sentenza della Corte europea dei diritti dell'uomo di Strasburgo (CEDU) contro la Svizzera per violazione dei diritti umani in ambito ambientale.

È quanto ritiene il Consiglio degli Stati, che - su richiesta della sua Commissione degli affari giuridici (CAG-S) - ha adottato mercoledì (31 voti contro 11 e astenuti) una dichiarazione non vincolante in tal senso che invita il Consiglio federale ad attivarsi presso il Consiglio d'Europa per far conoscere la posizione della Confederazione.

Nel testo della dichiarazione, intitolato «Una protezione efficace dei diritti fondamentali da parte dei tribunali internazionali piuttosto che l'attivismo giudiziario», si afferma segnatamente che la sentenza «oltrepassa i limiti dell'interpretazione dinamica» e che la Corte, così facendo, «travalica i limiti dello sviluppo del diritto concessi a un tribunale internazionale».

Nella dichiarazione si legge anche che Berna «non vede alcuna ragione per dare ulteriore seguito alla sentenza» dato che «gli sforzi precedentemente e attualmente profusi dalla Svizzera in materia di politica climatica soddisfano i requisiti in materia di diritti umani formulati nella sentenza».

Jositsch: "CEDU oltre le sue competenze" - Oggi, in aula, la sentenza è stata criticata in particolare dal presidente della CAG-S, Daniel Jositsch (PS/ZH). Pur non mettendo in dubbio l'importanza della CEDU, Jositsch - che è professore di diritto all'università di Zurigo - ha sottolineato che "siamo preoccupati del fatto che la corte sia andata oltre le sue competenze, ossia la protezione dei diritti individuali dallo Stato, creando di fatto nuovi diritti umani in ambito ambientale, ciò che non le compete".

Per questo la Svizzera, alla luce di quanto fatto finora in ambito ambientale, come la recente Legge sul CO2, deve far capire a Strasburgo che tale sentenza non avrà conseguenze per il nostro Paese, ossia non crea nuovi obblighi. "Quanto già realizzato o in corso di realizzazione a livello ambientale rispetta già la sentenza della CEDU", secondo il "senatore" zurighese.

Il Governo, stando al consigliere agli Stati socialista e alla maggioranza del plenum, dovrà spiegare la nostra posizione in seno al Consiglio dei ministri del Consiglio d'Europa, responsabile dell'applicazione delle sentenze della CEDU, anche perché la decisione dei giudici impegna tutti i Paesi membri di questa istanza.

Con la nostra dichiarazione, ha concluso Jositsch "vogliamo segnalare alla CEDU che quanto fatto non va bene. Con ciò non vogliamo dire che della sentenza non ci importa nulla, ma far notare che non è compito dei giudici sorvegliare obiettivi politici, come quelli climatici votati democraticamente". Jositsch ha anche criticato il fatto che la CEDU abbia accolto il ricorso di un'associazione, e non di una singola persona come sempre fatto finora. "Anche questo aspetto ci è parso problematico", ha asserito il presidente della CAG-S.

Contro separazione dei poteri - Durante il lungo dibattito, una minoranza - composta da Carlo Sommaruga (PS/GE), Mathilde Crevoisier Crelier (PS/JU) e Céline Vara (Verdi/NE) - ha chiesto invano di respingere la dichiarazione.

Secondo Sommaruga, tale dichiarazione non rispetta la separazione dei poteri. Il "senatore" socialista ha, tra l'altro, portato l'esempio della sentenza del 27 novembre 1971, con la quale il Tribunale federale chiedeva al canton Appenzello interno di introdurre il diritto di voto alle donne. Quest'ultimo cantone, ha spiegato Sommaruga, non ha contestato la decisione del TF. E, in seguito, ha aperto la Landsgemeinde alle donne.

Secondo Vara, tale dichiarazione è un segnale disastroso per la protezione del clima e per le generazioni future. La "senatrice" ecologista ha espresso il suo "sgomento" per quella che ha definito una "vergogna". Rifiutandosi di rispettare una sentenza della CEDU "ci mettiamo sullo stesso piano della Russia".

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