Per l'opposizione politica l'evento è una semplice posizione ideologica. E intanto sono stati lanciati dei referendum
BERNA - Il tempo stringe. Entro agosto l’ente radiotelevisivo SGR SSR vuole scegliere la città in cui si svolgerà l'Eurovision Song Contest (ESC) nel 2025. Zurigo, Basilea, Ginevra, Berna e Bienne: sono diverse le candidate, pronte a sostenere finanziariamente l’evento. Una decisione che potrebbe però essere destinata a slittare.
Sì, perché stando alle notizie degli ultimi giorni, non tutti sono d’accordo sullo svolgimento della manifestazione. A cominciare dall’UDC che ha promesso battaglia. Il presidente Marcel Dettling intervistato dal Tages-Anzeiger, ha invocato un referendum: secondo lui «sarebbe meglio donare il denaro a coloro che sono stati gravemente colpiti dalle intemperie invece di buttarlo per un imbarazzante evento arcobaleno».
A Berna il partito intende chiamare alle urne i cittadini contro il credito cantonale di circa 30 milioni di franchi. A Zurigo, mercoledì, la Federazione dei contribuenti (Bund der Steuerzahler) ha lanciato una raccolta firme per opporsi al credito da 20 milioni di franchi concesso dalla Città, dopo che il giorno prima i Giovani democentristi si erano schierati a sfavore. Sul tema ha poi preso posizione anche l'Unione democratica federale (Udf) che ha annunciato a sua volta un referendum martedì. L'Udf intende coordinare la raccolta firme a livello nazionale e contro i crediti concessi per l'evento da tutte le città interessate.
Un'opportunità da cogliere - Oggi, il ministro delle comunicazioni Albert Rösti ha preso posizione. Stando alle dichiarazioni rilasciate al gruppo Tamedia, per il consigliere federale sarebbe un’occasione importante per la Svizzera, per presentarsi all’Europa e al mondo, mentre l'opposizione politica all'evento è bollata come semplice posizione ideologica.
Rappresenterebbe infatti un’opportunità da cogliere sotto molteplici punti di vista, a cominciare dal turismo, come sottolineato a Keystone-ATS dal Dipartimento federale dell'ambiente, dei trasporti, dell'energia e delle comunicazioni (Datec). Il dipartimento di Rösti fa inoltre sapere che il consigliere federale comprende la preoccupazione riguardo all’uso de i soldi dei contribuenti per finanziare l’evento. Forse, ha aggiunto, potrebbero dare una mano sponsor privati.
Infine, ha evidenziato il Datec, la questione di un'eventuale partecipazione della Confederazione ai costi può essere affrontata solo una volta che vi saranno domande concrete in proposito.