Secondo gli ecologisti le errate previsione finanziarie del Governo sull'AVS hanno influito sul voto.
I Verdi presenteranno ricorso contro la votazione sull'aumento dell'età pensionabile delle donne a seguito delle errate previsioni finanziarie del governo federale per l'AVS. Lo ha deciso il comitato del partito, ha dichiarato oggi la segretaria generale Rahel Estermann all'agenzia di stampa Keystone-ATS, confermando le informazioni fornite dai giornali di Tamedia. La decisione finale è stata presa oggi, ha aggiunto. Il partito ha tempo fino a venerdì per attivarsi concretamente.
Il clamoroso errore - L'Ufficio federale delle assicurazioni sociali (UFAS) ha sovrastimato le uscite dell'AVS per il 2033 di circa 4 miliardi di franchi, si è appreso ieri. Dopo essere venuti a conoscenza dell'errore, l'Unione sindacale svizzera, i Verdi e le donne socialiste hanno rimesso in discussione l'esito della votazione sull'innalzamento dell'età pensionabile delle donne da 64 a 65 anni nel 2022 che, a loro avviso, è stato influenzato delle prospettive finanziarie dell'AVS calcolate in modo errato.
Il voto risicato - La votazione sulla Riforma AVS 21, andata in scena il 25 settembre 2022, spaccò letteralmente in due il Paese tanto che i sì prevalsero di solamente 32'000 schede. L'obiettivo della riforma, ricordiamo, era quello di stabilizzare l'assicurazione vecchiaia, aumentando da una parte l'imposta sul valore aggiunto (IVA); dall'altra innalzando da 64 a 65 anni l'età di pensionamento delle donne. «Questa risicata approvazione - precisano i Verdi - è stata data sulla base di cifre false fornite dall'Amministrazione cantonale. Le donne in Svizzera sono state defraudate di un anno di pensione».
Domani anche le donne socialiste discuteranno la questione e decideranno in merito al ricorso, ha detto Tamara Funiciello, co-presidente delle donne del PS.
Ieri vari esperti di diritto interpellati dai media hanno dato valutazioni divergenti sulle possibilità di ricorso.
Il precedente - Il Tribunale federale (TF) ha annullato solo una volta il risultato di una votazione popolare. Nel 2019, l'Alta Corte ha invalidato il voto del 2016 sull'iniziativa dell'allora PPD (ora Centro) "No agli svantaggi per le coppie sposate" perché il Consiglio federale aveva fornito informazioni errate durante la campagna.