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SVIZZERALa riforma europea dei migranti tocca anche la Svizzera

16.08.24 - 06:30
Per Berna il nuovo accordo su migrazione e asilo dell'Ue rappresenta un'opportunità. L'Udc, tuttavia, non è d'accordo.
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Fonte BaslerZeitung
La riforma europea dei migranti tocca anche la Svizzera
Per Berna il nuovo accordo su migrazione e asilo dell'Ue rappresenta un'opportunità. L'Udc, tuttavia, non è d'accordo.

BERNA - Nuove regole per gli Stati dell'Unione Europea (Ue) in materia di migrazione e asilo e, in parte, anche per la Svizzera. È dello scorso maggio l'intesa sul Patto che prevede controlli più severi alle frontiere, uno snellimento delle procedure per esaminare le richieste di asilo e per i rimpatri delle persone migranti. Oltre a ciò, per la prima volta, è stato contemplato un meccanismo di solidarietà obbligatorio per gli Stati membri, per cui potranno scegliere se accogliere migranti o contribuire finanziariamente. Una novità molto discussa dalla nostra politica e sulla quale il Consiglio federale si è espresso mercoledì, pubblicando il rapporto derivante dalla consultazione per le modifiche di legge, essendo la Svizzera parte dell'acquis Schengen/Dublino.

Stando all'accordo siglato, i Paesi dell'Ue devono garantire una soglia minima di 30mila ricollocamenti l'anno di richiedenti l'asilo. Oltre questo limite, si richiede agli altri Stati di intervenire, facendosi carico del migrante ricollocandolo sul proprio territorio o, in alternativa, contribuendo con 20mila euro per persona. A tal proposito, Berna ha detto che «intende creare una base giuridica per la partecipazione con una formulazione “facoltativa”, per poi decidere, a seconda della situazione, se e come la Svizzera parteciperà. Nel farlo, terrà conto sia della situazione migratoria in Svizzera sia degli sviluppi in Europa». E se necessario, «i fondi saranno richiesti al Parlamento».

Una decisione criticata dall'Agenzia svizzera per i rifugiati (Sfh) per cui «è necessaria una partecipazione vincolante». Al contrario dell'Udc che prende le distanze, respingendo «fermamente questa soluzione fasulla. Il nostro Paese deve porre fine autonomamente al caos dell'asilo di cui è responsabile la maggioranza di centro-sinistra in Consiglio federale e in Parlamento», ha fatto sapere in un comunicato stampa.

Non solo solidarietà, cambiano anche le tempistiche
Tra le nuove regole saranno imposti più controlli alle frontiere. In particolare, le «registrazioni audio saranno obbligatorie durante i colloqui nei Paesi aderenti all'accordo di Dublino». E se un richiedente asilo si nasconde, «il primo Paese rimane responsabile per tre anni invece dei 18 mesi precedenti. In questo modo si intende ridurre l'incentivo alla migrazione secondaria. Un'altra innovazione è la procedura di screening: comprende l'identificazione e la registrazione, il confronto con le banche dati e un controllo sanitario. Ha lo scopo di chiarire più rapidamente se una persona è conosciuta nell'area Schengen sotto altre identità, se rappresenta un rischio per la sicurezza o se è particolarmente vulnerabile», si legge nel rapporto.

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