Lo ha detto la Commissione delle istituzioni politiche del Consiglio nazionale riguardo al possibile divieto di raccolte firme a pagamento
BERNA - È ancora troppo presto per proporre nuove modifiche di legge al fine di vietare le raccolte di firme a pagamento. Lo ha stabilito la maggioranza della Commissione delle istituzioni politiche del Consiglio nazionale (CIP-N), riunitasi oggi a Berna dopo lo scandalo emerso ad inizio settimana, in merito a possibili frodi nelle sottoscrizioni ad iniziative e referendum.
Alla riunione era presente anche il Cancelliere della Confederazione Viktor Rossi, ha fatto sapere la presidente della CIP-N, Greta Gysin (Verti/TI), esprimendosi davanti ai media. «La maggioranza della Commissione è giunta alla conclusione che è ancora troppo presto per prendere provvedimenti», ha dichiarato l'ecologista ticinese. «Prima dobbiamo attendere il termine delle inchieste penali», ha aggiunto.
La CIP-N ha intende inoltre chiamare in causa la Commissione della gestione del Consiglio nazionale (CdG-N) e la invita ad indagare sulla questione in modo più approfondito. «È importante fare chiarezza e capire dove stanno i problemi per evitare che una cosa simile si ripeta anche in futuro», ha dichiarato Gysin.
Lunedì uno scoop di Tamedia ha portato alla luce l'avvio di un'inchiesta da parte del Ministero pubblico della Confederazione (MPC) su possibili frodi nelle raccolte firme. Il sospetto è che società commerciali che si occupano di svolgere questo compito abbiano imbrogliato, falsificando sottoscrizioni, indirizzi, date di nascita o nomi.