Lo ha deciso il Consiglio degli Stati: la somma corrisponde alle perdite registrate durante la pandemia.
BERNA - Per ridurne l'indebitamento e agevolarne le attività di investimento, la Confederazione deve versare alle FFS un contributo, ma inferiore a quanto inizialmente previsto. Lo ha deciso oggi il Consiglio degli Stati discutendo, a livello di divergenze, la revisione della Legge federale sulle Ferrovie federali svizzere (LFFS).
Il Consiglio federale e il Consiglio degli Stati avevano proposto 1,15 miliardi di franchi. Somma che in prima lettura anche gli Stati avevano adottato, salvo poi bocciarla nel voto qualificato necessario per levare il freno all'indebitamento.
Tale somma corrisponde alle perdite registrate durante la pandemia. Le perdite nel trasporto regionale, in quello merci e nell'infrastruttura ferroviaria sono state compensate, così come parte di quelle del traffico locale e turistico. Le FFS non hanno invece ricevuto niente per il traffico a lunga percorrenza. Conseguenza: l'aumento dell'indebitamento durante la pandemia frena gli investimenti delle Ferrovie federali.
Come spiegato oggi dalla relatrice commissionale Marianne Maret (Centro/VS), molta acqua è passata sotto i ponti da quando il Parlamento aveva adottato la mozione che ha dato origine alla modifica di legge in discussione. «Nessuno pensava che le FFS sarebbero tornate così rapidamente in zona utili e che parallelamente le finanze della Confederazione si deteriorassero», ha sostenuto la vallesana.
Per questo motivo oggi i «senatori» hanno - tacitamente - ritenuto che un contributo di 850 milioni sia sufficiente. Nel suo intervento, anche la consigliera federale Karin Keller-Sutter ha detto di sostenere questa «proposta di compromesso».
Il dossier torna al Consiglio nazionale.