Le ultime novità non piacciono nemmeno al sindacato svizzero dei media: previsto infatti un taglio ai contributi per il portale swissinfo.ch
BERNA - Dopo l'annuncio del programma di risparmio del Consiglio federale, i cantoni hanno ribadito il loro rifiuto di qualsiasi trasferimento di compiti e affermano che esamineranno attentamente le misure presentate oggi.
La Conferenza dei Governi cantonali (CdC) ha riconosciuto che il Consiglio federale ha tenuto conto di alcune richieste avanzate dai cantoni nell'ambito del progetto di ripartizione dei compiti tra Confederazione e Cantoni, lanciato quest'estate con l'obiettivo di definire chiaramente le responsabilità e di aumentare l'efficienza. Ogni livello deve quindi essere in grado di adottare le misure di risparmio ritenute necessarie nei limiti delle proprie competenze. I cantoni ritengono però che il progetto contenga "diverse misure inadeguate" e che debba essere ancora modificato.
I cantoni devono coprire i deficit - In molti ambiti di finanziamento congiunto, i cantoni sono vincolati a specifici livelli di prestazioni, sottolinea la CdC. Non possono quindi ridurre i loro bilanci nella stessa misura della Confederazione e devono addirittura coprire le carenze di finanziamento a breve termine.
Secondo il presidente della CdC, Markus Dieth, questi trasferimenti diretti di costi «non sono in alcun modo misure di risparmio e sono fermamente respinti dai governi cantonali». Se necessario, i cantoni dovrebbero poter operare riduzioni dei loro budget in linea con quelle della Confederazione.
«Allo stesso modo, le misure unilaterali di riduzione dei costi nei settori di competenza finanziati congiuntamente compromettono gli obiettivi e le strategie concordate tra Confederazione e Cantoni negli ultimi anni».
Misure a breve termine - Le misure di riduzione dei costi a breve termine possono anche comportare spese supplementari a medio e lungo termine. I governi cantonali auspicano che il Consiglio federale esamini in dettaglio le implicazioni, con il coinvolgimento dei Cantoni, prima di avviare la consultazione sul pacchetto di misure, prevista per gennaio 2025.
Soppressione contributi swissinfo.ch: SSM «scioccato» - Tra le altre misure, annunciate oggi dal Consiglio federale, la rinuncia al contributo all'offerta SSR destinata all'estero e per la quale il sindacato svizzero dei media (SSM) si è detto scioccato. La misura significherebbe la fine del portale d'informazione swissinfo.ch.
Il mandato assicurato dalla SSR «contribuisce a rafforzare la reputazione internazionale della Svizzera e a promuovere le relazioni con gli altri Paesi», si legge nella presa di posizione odierna. Swissinfo.ch rappresenta poi per 813'000 svizzeri all'estero un legame importante col Paese d'origine.
Con la soppressione della piattaforma in dieci lingue, finanziata in parti uguali da Confederazione e SSR, un centinaio di impiegati fissi e oltre 100 collaboratori indipendenti perderebbe il lavoro, ha sottolineato il SSM. «È un nuovo duro colpo per il panorama mediatico svizzero, che attraversa un periodo teso di cui non si vede ancora la fine».
Il contributo della Confederazione per l'offerta della SSR destinata all'estero ammonta a 19 milioni di franchi. Oltre a swissinfo.ch, il mandato comprende il sito in italiano tvsvizzera.it e la collaborazione con le catene televisive internazionali TV5 Monde e 3sat.