La mozione depositata oggi da parte di Simone Gianini al Consiglio nazionale.
BERNA - «Basta vessazioni nel diritto d'autore per le PMI». Questo il titolo della mozione presenta al Nazionale da parte di Simone Gianini (PLR) e cofirmata trasversalmente da altri 47 colleghi deputati e colleghe deputate.
La questione trae origine «da fatture (di solito attorno ai CHF 500.- all’anno) che ricevono i nostri artigiani (l’esempio è di un elettricista ticinese) da parte della SUISA (principale società di gestione dei diritti d'autore nel nostro Paese, alla quale è delegata la riscossione delle indennità per l’utilizzo di opere, in particolare musicali o audiovisive)», spiega il politico ticinese.
«Il Consiglio federale è incaricato di revisionare la legislazione sul diritto d'autore in modo tale che nelle piccole e medie imprese (PMI) il concetto di rendere percepibili opere si applichi solo quando le registrazioni audio o video sono utilizzate nei confronti di clienti o terze persone esterne all'azienda, ma non all'interno della stessa o di suoi accessori, come ad esempio i veicoli aziendali, da parte di dipendenti e titolari dell’azienda».
L'articolo 19 della Legge federale sul diritto d’autore e sui diritti di protezione affini (LDA) regola l'uso privato di opere protette, esentando dall’obbligo di pagamento la fruizione personale o nell’ambito di cerchie di persone unite da stretti contatti. «L'utilizzo di radio e televisione da parte di dipendenti o dei titolari di aziende non gode finora invece di quell’eccezione». Di conseguenza, «il pagamento alla SUISA in base alla cosiddetta Tariffa Comune (TC) 3a è generalmente dovuto da tutte le imprese, anche se la percezione delle opere non raggiunge i clienti e terze persone esterne all'azienda, ma si limita, ad esempio, solo al titolare o ai dipendenti che ascoltano la radio addirittura soltanto nel veicolo aziendale».
Questa situazione «è urtante, poiché relativizza il concetto di utilizzo privato, colpendo piccole e medie imprese, che ricevono fatture dalla SUISA con l'indicazione che il semplice fatto che i veicoli aziendali siano dotati di autoradio è già soggetto a licenza ai sensi della TC 3a» e che «in caso contrario lo smontaggio professionale delle autoradio da parte di personale autorizzato deve essere documentato e certificato da foto e prove di funzionamento per ogni veicolo aziendale», ciò che è ovviamente impossibile nei veicoli moderni.
«Che questo non dovrebbe essere un utilizzo rilevante ai fini del diritto d'autore era perfino già stato riconosciuto dal Consiglio federale nel suo rapporto (cfr. pag. 11 e segg., in particolare cap. 2.3.5) sul postulato 19.3956 della Commissione degli affari giuridici del Consiglio nazionale (CAG-N). L'ambito di applicazione dell'uso privato deve quindi essere allentato, in modo che tali vessazioni nei confronti delle PMI non siano più permesse».