Lo scandalo esploso a inizio settembre ha finito per segnare l'opinione pubblica. Lo svelano i risultati del sondaggio Tamedia.
ZURIGO - Vietare l'acquisto di firme per le iniziative popolari da professionisti che le raccolgono? Gli svizzeri sarebbero d'accordo.
Lo scandalo (e l'indagine a esso collegata da parte dell'Mpc) suscitato all'inizio di settembre da una serie di articoli pubblicati dai quotidiani del gruppo Tamedia, a quanto pare, ha lasciato il segno nell'opinione pubblica.
Lo confermano i dati raccolti nell'ultimo sondaggio elettorale, svolto sempre da Tamedia.
Circa l'84% degli interpellati hanno infatti dichiarato di essere a favore (il 67% in maniera netta e il 17% in maniera più flessibile) di un divieto della raccolta professionale delle firme. Davvero esile il fronte dei contrari con un 12% dei no (la metà dei quali non così categorici). Indeciso il 4%.
Circa l'89% degli intervistati si sono anche detta favorevole a un'indicazione trasparente da parte dei comitati d'iniziativa, sulla provenienza delle firme e attraverso quali aziende queste sono state raccolte.
Al di là di tutte queste incertezze, convince invece la possibilità di raccolta firme digitale (a patto che sia certificata e sicura). A dirsi a favore sono infatti il 65% dei partecipanti, a fronte di un 27% di contrari e un 8% di indecisi.
Il sondaggio
Esattamente 19'522 persone da tutta la Svizzera hanno partecipato al sondaggio post-voto di 20 minuti e Tamedia relativo alle votazioni federali dello scorso 22 settembre. L'indagine è stata condotta in collaborazione con l'istituto LeeWas. LeeWas modella i dati del sondaggio in base a variabili demografiche, geografiche e politiche. Il margine di errore è di 1,7 punti percentuali. Ulteriori informazioni sono disponibili qui (in francese o tedesco).