Un'analisi di Vox spiega le ragioni del voto dello scorso 22 di settembre.
BERNA - La riforma della LPP è stata respinta dal popolo elvetico lo scorso 22 settembre a causa dei dubbi sul suo potenziale di risoluzione del problema. Il "no" all'iniziativa sulla biodiversità è invece giustificato dalla percezione di un basso livello di pressione sulla tematica. È quanto rivela un'analisi Vox pubblicata oggi.
L'obiettivo centrale della riforma della previdenza professionale, contrastato dal referendum, era molto controverso: migliorare le condizioni per i redditi più bassi, come scrive l'istituto di ricerca gfs.bern nella sua analisi Vox.
Una maggioranza del 67% non ha trovato la proposta convincente, nonostante quasi tutti siano favorevoli a migliorare la situazione dei lavoratori a basso reddito. Oltre allo scopo sopracitato, essa aveva quello di garantire il finanziamento a lungo termine delle previdenza professionale.
Anche le persone con un livello di fiducia molto alto nei confronti del Consiglio federale hanno respinto la riforma. Inoltre, l'affermazione più polarizzante degli oppositori è stata che la riforma significherebbe pagare di più per avere meno pensione. La proposta è stata anche considerata complicata.
Il "no" è arrivato quasi all'unanimità dalla sinistra, ma anche quasi due terzi dei simpatizzanti dell'UDC e del Centro hanno votato contro la raccomandazione del proprio partito. A favore si sono schierati solo alcuni settori dello spettro dei partiti di centro-destra, la maggioranza dei quali ha votato "sì".
Tra questi, i sostenitori del PLR che si fidano dei fondi pensione e delle associazioni di categoria. Per loro, la riforma mirava a una maggiore equità e solidarietà per le persone con redditi più bassi. Ritenevano inoltre che fosse necessaria garantire le basi finanziarie dei fondi pensione.
Biodiversità
Secondo l'analisi Vox, il fattore decisivo per il rifiuto dell'iniziativa per la biodiversità è stata l'incapacità dei promotori di esercitare una pressione sufficiente sul problema. La decisione è dipesa fortemente dall'orientamento politico, nonché da quello in materia ambientale e agricola.
Coloro che danno la priorità alla prosperità rispetto alla protezione dell'ambiente e ai rendimenti sostenibili rispetto all'ecologia hanno chiaramente respinto l'iniziativa. Anche la questione della fiducia ha giocato un ruolo importante: chi aveva fiducia nelle organizzazioni ambientaliste ha votato "sì", mentre chi si trovava concorde piuttosto con agricoltori e contadini ha respinto l'oggetto in votazione.
Il rifiuto schiacciante nelle fasce più a destra all'interno del Centro ha contribuito in maniera importante al "no". Il centrodestra ha respinto il referendum con il 78% e solo la metà della base verde-liberale ha seguito il "sì" sostenuto dai Verdi liberali.
Gli oppositori del centro-destra erano convinti che si stesse facendo abbastanza per la biodiversità e che la pressione sul settore agricolo sarebbe stata troppo forte se la proposta fosse stata accettata.
Con il 45%, l'affluenza alle urne del 22 settembre si è collocata nella media a lungo termine. I simpatizzanti delle ali politiche (sia destra sia sinistra) hanno partecipato più di quelli del centro. Il popolo dei votanti ha ritenuto la riforma della LPP leggermente più importante dell'iniziativa sulla biodiversità.
Per stilare lo studio, gfs.bern ha intervistato 3360 elettori selezionati a caso dopo il voto. Il sondaggio è stato finanziato dalla Cancelleria federale. Il progetto Vox esiste dal 1977 e ha lo scopo di indagare sulle decisioni di voto nazionali per conto del Consiglio federale.