È quanto si propone il Consiglio federale, che oggi ha approvato una nuova ordinanza (OCMI) in materia.
BERNA - Rafforzare la cooperazione internazionale e la capacità di difesa della Svizzera, in particolare coordinando all'interno dell'Amministrazione federale il trattamento delle domande di transito per via terrestre di militari stranieri.
È quanto si propone il Consiglio federale, che oggi ha approvato una nuova ordinanza (OCMI) in materia. Poiché non è specificamente disciplinato dalla legislazione vigente, il transito per via terrestre di personale militare straniero, come ad esempio le domande correlate alla partecipazione a esercitazioni all'estero, attualmente è sistematicamente soggetto a una decisione dell'esecutivo, indica una nota governativa odierna.
In futuro, le domande di transito senza rilevanza politica potranno essere trattate dalle autorità competenti. Le domande rilevanti ai fini della politica estera o di sicurezza, in particolare quando avranno un'incidenza sulla neutralità (ad es. transiti che servono alla preparazione o all'appoggio di azioni di combattimento), continueranno a rientrare nelle competenze del Consiglio federale, viene precisato.
Dal canto loro, i transiti nello spazio aereo e quelli di materiale bellico (nel contesto dell'importazione-esportazione) non sono interessati poiché sono già coperti da basi legali vigenti (legge federale sul materiale bellico e ordinanza concernente la salvaguardia della sovranità sullo spazio aereo).
La nuova ordinanza (OCMI) consentirà quindi alla Svizzera di prendere rapidamente decisioni che facilitino il transito militare dei suoi partner internazionali, quando gli obblighi di neutralità non lo impediscono.
Il Consiglio federale ha tuttavia precisato che la partecipazione al progetto "Military Mobility" della "Permanent Structured Cooperation (PESCO)" dell'Unione europea (UE), decisa dal Consiglio federale il 21 agosto 2024, e questa nuova ordinanza sono due elementi indipendenti l'uno dall'altro.
L'obiettivo di "Military Mobility" è quello di semplificare e accelerare il trattamento delle domande di transito tramite standard internazionali, mentre l'ordinanza adottata oggi intende disciplinare il processo e le competenze di tali domande in seno all'Amministrazione federale.