L'esecutivo intende integrare i risultati dell'inchiesta nel previsto rafforzamento della regolamentazione sulle grandi banche
BERNA - Il Consiglio federale ha preso atto oggi del rapporto della Commissione parlamentare d'inchiesta (CPI) sulla gestione delle autorità in relazione al naufragio di Credit Suisse (CS).
Al pari della CPI anche il governo ritiene che la vigente legislazione sulle banche troppo grandi per fallire (too big to fail) presenti punti deboli. L'esecutivo intende integrare i risultati dell'inchiesta nel previsto rafforzamento della regolamentazione per gli istituti di rilevanza sistemica.
Il Consiglio federale ha espresso soddisfazione per il rapporto nella misura in cui esso riconosce l'operato delle autorità nella crisi di Credit Suisse e la fondatezza della soluzione scelta con l'acquisizione da parte di UBS. L'esecutivo ringrazia la CPI per l'esame circostanziato dei fatti inerenti al CS, si legge in un comunicato governativo odierno.
La CPI riconosce che l'acquisizione di CS da parte di UBS era preferibile alle alternative esaminate, si rallegra l'esecutivo. La fusione forzata "ha permesso di scongiurare una crisi economico-finanziaria e di rassicurare i mercati", viene precisato. La Commissione parlamentare d'inchiesta ha inoltre riconosciuto che le autorità sono state in grado di adottare misure per affrontare la crisi in tempi relativamente brevi grazie a lavori preliminari.
In un parere all'Assemblea federale, il governo si esprimerà sulle raccomandazioni, le mozioni e i postulati depositati dalla CPI. Il documento finale conferma che le misure previste nel rapporto dell'aprile 2024 sulla stabilità delle banche erano adeguate.