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SVIZZERA

"No a una Svizzera da 10 milioni", Berna: «Iniziativa pericolosa. Da respingere»

È la posizione del Consiglio federale: «Non va opposto alcun controprogetto. La proposta mette a rischio la via bilaterale con l'UE».
20min/Marco Zangger
Fonte ats
"No a una Svizzera da 10 milioni", Berna: «Iniziativa pericolosa. Da respingere»
È la posizione del Consiglio federale: «Non va opposto alcun controprogetto. La proposta mette a rischio la via bilaterale con l'UE».

BERNA - All'iniziativa dell'UDC "No a una Svizzera da 10 milioni!" non va opposto alcun controprogetto, né diretto, né indiretto.

La posizione del CF - Lo ha stabilito oggi il Consiglio federale, sostenendo che questa proposta mette a rischio la via bilaterale con l'UE, pregiudicando in tal modo la prosperità, lo sviluppo economico e la sicurezza del Paese. Per far fronte alle sfide connesse con l'immigrazione, l'esecutivo intende intervenire con misure nei settori del mercato del lavoro, dell'alloggio e dell'asilo. Inoltre, in futuro, la clausola di salvaguardia negoziata con l'UE potrebbe permettere di adottare misure di protezione, specifica una nota governativa odierna.

«Crescerebbe l'immigrazione irregolare» - La Svizzera «rischierebbe inoltre l’esclusione dal sistema Schengen e Dublino, il che potrebbe incrementare la migrazione irregolare e il numero di richiedenti l’asilo in Svizzera. Renderebbe altresì più difficile lottare contro la criminalità e comprometterebbe la sicurezza interna, perché la Svizzera non avrebbe più accesso alla banca dati europea di ricerca». L'esecutivo, quindi, propone alle Camere federali di «sottoporre l’iniziativa popolare all’elettorato svizzero senza controprogetto e di raccomandarne il rifiuto».

Misure aggiuntive nel settore dell’alloggio e nel mercato del lavoro - Il Consiglio federale riconosce tuttavia che «l’immigrazione in Svizzera e la crescita demografica pongono delle sfide. Oltre ai lavori in corso ha adottato, a gennaio 2025, una serie di misure aggiuntive per valorizzare ulteriormente il potenziale di manodopera indigena. In particolare, occorre integrare meglio nel mercato del lavoro le persone immigrate nel quadro del ricongiungimento familiare e le persone di età avanzata in cerca d’impiego.

La dipendenza dalla manodopera straniera - Ciononostante, «anche in futuro le aziende svizzere continueranno a dipendere dalla manodopera straniera per rimanere competitive e innovative e quindi garantire la prosperità e lo sviluppo economico sostenibile della Svizzera. Inoltre, i settori della sanità, dell'agricoltura, del turismo e della ristorazione, ad esempio, dipendono dalla manodopera straniera qualificata».

L'iniziativa - "No a una Svizzera da 10 milioni" , promossa dall'UDC, chiede di aggiungere alla Costituzione federale un nuovo articolo sullo «sviluppo demografico sostenibile». In caso di vittoria, la popolazione residente permanente in Svizzera non dovrà superare i dieci milioni entro il 2050.
«Il Consiglio federale e il Parlamento dovranno prendere provvedimenti» non appena la popolazione supererà i 9,5 milioni. Le persone ammesse a titolo provvisorio non potranno più ottenere un permesso di residenza o di domicilio, né la cittadinanza svizzera, né qualsiasi altro diritto di soggiorno. Se necessario, Berna dovrà porre fine ai trattati internazionali che incoraggiano la crescita demografica, come l'accordo sulla libera circolazione delle persone con l'UE o il Patto ONU sulla migrazione.

La contrarietà del PLR - Nei giorni scorsi è arrivata la contrarietà del PLR, che «non è disposto a rischiare di annullare l'Accordo sulla libera circolazione delle persone con l'Ue per moderare l'immigrazione. In primo luogo, l'abbandono della «via bilaterale collaudata» creerebbe ulteriore incertezza in un periodo già insicuro. In secondo luogo, «la disdetta degli accordi bilaterali I, come avverrebbe in caso di cessazione della libera circolazione delle persone, metterebbe in pericolo la prosperità della Svizzera, anche perché potrebbe comportare una carenza di lavoratori stranieri».

Le ire dell'UDC - Non usa mezzi termine l'UDC per criticare la scelta del Consiglio federale: «Per la popolazione svizzera questo significa ancora più parassiti dell'asilo, ancora più criminalità e costi che superano i miliardi.In concreto, questo "meccanismo di solidarietà" implica che la Svizzera debba accogliere ancora più migranti richiedenti asilo o versare ancora più denaro all'UE. E questo nonostante l'intera Svizzera stia già soffrendo per la fallimentare politica in materia di asilo: i Cantoni dichiarano lo stato di emergenza in materia di asilo. L'Associazione dei Comuni Svizzeri parla di un «collasso dell'asilo». E nelle casse federali mancano miliardi di franchi per l'esercito e l'AVS».

Economiesuisse: «Abbiamo bispgno di manodopera» - Anche il settore economico affossa l'iniziativa dell'Udc e plaude al Consiglio federale: «È chiaro che la radicale iniziativa per la limitazione mette a rischio la via bilaterale, minacciando quindi la piazza economica svizzera. In definitiva, l'iniziativa chiede la resiliazione dell'Accordo sulla libera circolazione delle persone con l'UE. In virtù della clausola ghigliottina, anche gli altri sei Accordi bilaterali I verrebbero resiliati - un duro colpo per le esportazioni, la ricerca e l'accesso a importanti mercati europei, soprattutto in tempi di incertezza globale. La Svizzera perderebbe la sua attrattività a livello internazionale. Senza la libera circolazione delle persone, per le imprese sarà più difficile assumere la manodopera qualificata di cui hanno urgente bisogno. Settori essenziali come la sanità, l'industria e l'agricoltura sarebbero particolarmente colpiti. L’aggravarsi della penuria di manodopera comporterà prezzi più elevati, tempi di attesa più lunghi e minore innovazione. I nostri calcoli mostrano che nei prossimi 10 anni verranno a mancare circa 297’000 lavoratori a tempo pieno, in seguito al pensionamento della generazione dei baby boomer. Tuttavia, per mantenere il livello di benessere degli ultimi anni, avremmo bisogno di 163’000 lavoratori a tempo pieno in più.

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