Sottrazione d'imposte dirette, la prescrizione portata a 10 anni
BERNA - Chi evade il fisco omettendo di dichiarare il dovuto per le imposte dirette potrà essere perseguito soltanto per un periodo di 10 anni al massimo. Allineandosi al Nazionale, il Consiglio degli Stati ha oggi tacitamente accettato di accorciare tale scadenza. La revisione dei termini di prescrizione in materia di imposte dirette è così pronta per le votazioni finali.
Le autorità fiscali disporranno tuttavia di 15 anni per perseguire penalmente chi ha frodato il fisco. Il Nazionale aveva voluto fare un distinguo tra frode fiscale e sottrazione d'imposta, ritenendo che occorra tener conto del grado di colpevolezza.
La sinistra aveva tentato invano di mantenere a 15 anni la prescrizione anche per la sottrazione d'imposta: questa riduzione dei termini avvantaggia i contribuenti che hanno avuto un comportamento illecito. I programmi di amnistia fiscale condotti nei cantoni dal 2010 hanno permesso di recuperare 15 miliardi di franchi. Si tratta di soldi, che se fossero stati dichiarati in modo corretto, avrebbero consentito di evitare numerosi programmi di risparmio, aveva sottolineato in Consiglio Nazionale Margret Kiener Nellen (PS/BE).
Oggi i "senatori" hanno seguito il parere del relatore della commissione Luc Recordon (Verdi/VD), secondo il quale "talvolta è meglio una fine senza orrore che un orrore senza fine".
Questa revisione della legge sull'imposta federale diretta (LIFD) e sull'armonizzazione delle imposte dirette dei Cantoni e dei Comuni (LAID) è necessaria al fine di armonizzare i termini di prescrizione con il codice penale in seguito a decisioni prese dal Tribunale federale (TF) .
Nella sua giurisprudenza, il TF aveva fissato a 15 anni i termini di prescrizione sia per la frode che per la sottrazione d'imposta. La legge si sarebbe però mostrata più severa nei confronti della sottrazione rispetto alla frode fiscale. Il Parlamento ha quindi corretto questa incoerenza. Il tentativo della sinistra di portare a 20 anni la prescrizione per la frode è fallito.




Su alcuni temi riceviamo purtroppo con frequenza messaggi contenenti insulti e incitamento all'odio e, nonostante i nostri sforzi, non riusciamo a garantire un dialogo costruttivo. Per le stesse ragioni, disattiviamo i commenti anche negli articoli dedicati a decessi, crimini, processi e incidenti.
Il confronto con i nostri lettori rimane per noi fondamentale: è una parte centrale della nostra piattaforma. Per questo ci impegniamo a mantenere aperta la discussione ogni volta che è possibile.
Dipende anche da voi: con interventi rispettosi, costruttivi e cortesi, potete contribuire a mantenere un dialogo aperto, civile e utile per tutti. Non vediamo l'ora di ritrovarvi nella prossima sezione commenti!