Anticipo assegno alimenti, pasticcio al DSS?

È un risparmio che suscita diversi interrogativi quello della soppressione – per chi ne ha già usufruito per 60 mesi – dell’anticipo sugli alimenti per i minorenni. Gli operatori sociali e le famiglie toccate dal taglio lamentano disagi e una scarsa informazione. La replica e le ragioni di Patrizia Pesenti. Inchiesta a tutto campo su una misura rimasta nell’ombra.
È un risparmio che suscita diversi interrogativi quello della soppressione – per chi ne ha già usufruito per 60 mesi – dell’anticipo sugli alimenti per i minorenni. Gli operatori sociali e le famiglie toccate dal taglio lamentano disagi e una scarsa informazione. La replica e le ragioni di Patrizia Pesenti. Inchiesta a tutto campo su una misura rimasta nell’ombra.
BELLINZONA - Per la serie... i tagli che non si vedono. Nel preventivo 2005 - approvato dalla maggioranza del Gran Consiglio il 14 dicembre 2004 - sotto il capitolo concernente le misure di contenimento della spesa, risulta la voce "anticipo alimenti". Cos'è l'assegno sull'anticipo alimenti per i figli minorenni? Si tratta di un sussidio fino a un massimo di 700 franchi per figlio, che lo Stato versa a quelle madri separate legalmente dal marito, nel caso in cui il coniuge - per vari motivi - non sia in grado o si rifiuti di versare gli alimenti stabiliti dal pretore. Lo Stato poi, si preoccupa di recuperare il denaro presso il marito inadempiente, con la possibilità - nei casi più gravi - di ricorrere anche a strumenti penali. Ricordiamo, infine, che l'assegno tiene conto del sussidio alimenti esclusivamente per ciò che concerne i minori. Gli alimenti per le mogli, infatti, non rientrano nelle prestazioni sociali fornite dallo Stato.
La modifica
La modifica ( in vigore dal 1 gennaio 2005) che dovrebbe - nell'intenzione di chi l'ha stabilita ed approvata - portare a dei risparmi, riguarda la durata per cui lo Stato garantisce questa prestazione. Si passa da un tempo indeterminato a 60 mesi (5 anni). Si legge, infatti, nella direttiva del DSS inviata agli operatori del settore (quelli che per intenderci hanno a che fare con chi usufruisce di questo servizio) che - al momento della richiesta di rinnovo (da inoltrare a scadenza annuale) - "se per il figlio la persona (la madre, ndr.) avrà già accumulato 60 mesi di prestazione, non avrà più diritto a ricevere l'anticipo alimenti".
Primo problema
I 60 mesi di prestazione garantita dallo Stato, vengono calcolati anche sui mesi precedenti. Per essere chiari citiamo ancora la circolare interna del DSS (riportata qui a fianco): "Se per il figlio la persona (la madre, ndr.) avrà già accumulato più di 48 mesi di prestazione, la nuova decisione sarà limitata ai mesi rimanenti. Ad esempio il genitore che ha già usufruito di 55 mesi di anticipo alimenti e chiede il rinnovo delle prestazioni, riceverà una decisione limitata a 5 mesi". E se - aggiungiamo noi - la richiesta di rinnovo verrà inoltrata inoltrata allo scadere del 60esimo mese, la domanda stessa verrà respinta.
Un esempio
Mettiamo il caso di una madre separata con due figli minorenni a carico. Riceve dallo Stato un anticipo alimenti pari a 1400 franchi con cui, per esempio, può pagare l'affitto. Questa madre però, negli anni precedenti, ha già esaurito i 60 mesi previsti dalla nuova misura sicché - da un momento all'altro e senza preavviso (per i casi di dicembre 2004 e febbraio 2005) - si trova il budget familiare mensile decurtato dei famosi 1'400 franchi.
Secondo problema
Il secondo problema sta proprio nel fatto che le persone che ricevono l'assegno sull'anticipo alimenti fino a questo momento - non sono state preventivamente avvisate (in alcun modo) sull'introduzione di queste nuove misure. Così che, le madri interessate, sono venute a scoprire che la prestazione era da considerarsi scaduta (60 mesi superati) al momento in cui la richiesta di rinnovo è ritornata con una decisione negativa da parte del Dipartimento. Da un mese all'altro, per farla breve, queste persone si sono trovate col budget famigliare decurtato, senza quindi la possibilità di potersi organizzare.
Il problema, come detto, si era presentato in tutta la sua gravità in dicembre e gennaio creando non pochi problemi a famiglie e operatori. Da febbraio però il DSS ha inviato una lettera per tutti coloro che nel corso dellanno non avranno più diritto a questa prestazione.
Terzo problema
A non essere stati informati per tempo - oltre alle madri - sono stati gli stessi operatori del settore. Non sono poche, infatti, le lamentele che questi ultimi hanno manifestato per il ritardo con cui sono stati messi al corrente sulla nuova misura per l'anticipo sull'assegno alimenti. Per essere precisi la direttiva interna del DSS (come potete vedere nel dettaglio qui accanto), indirizzata agli operatori sociali, è stata spedita giovedì 29 dicembre 2004 (due giorni prima di Capodanno, e 15 dopo la decisione del Gran Consiglio...), con la misura che sarebbe entrata in vigore appena tre giorni dopo. È facile capire quindi come gli addetti ai lavori si siano trovati spiazzati di fronte alle lamentele ed alla richiesta d'informazioni dell'utenza interessata.
Reale risparmio?
Difficile da stabilire. In primo luogo la modifica all'assegno familiare sull'anticipo alimenti è in vigore solo da un mese, ed è davvero troppo presto per fare un bilancio. Certo è - e questo è stato messo in preventivo - che alcune fra le famiglie che non avranno più la possibilità di aggrapparsi a questo sussidio dovranno forzatamente fare capo ad altre prestazioni sociali e - alcune di esse - saranno (ci sono già) costrette ad inoltrare domanda per l'assistenza. In sostanza questo risparmio arrischia di rimanere un costo. Staremo a vedere.
Da creditrici a debitrici
Un ultimo aspetto della vicenda che merita di essere sottolineato è come alcune famiglie - in modo del tutto paradossale - dovranno ricorrere all'assistenza, passando in qualche modo da creditrici (quindi vittime dell'inadempienza altrui) a debitrici nei confronti dello Stato.
Tre domande a Patrizia Pesenti - direttrice del Dipartimento Sanità e Socialità per capire se e cosa non ha funzionato
Le persone interessate dalla modifica sull'anticipo degli alimenti per i figli minorenni, si lamentando - fra l'altro - per un'assenza d'informazione da parte del suo Dipartimento. In sostanza, coloro che non hanno più diritto a questo servizio - poiché ne hanno già usufruito per 60 mesi - lo scoprono al momento in cui inoltrano la richiesta di rinnovo. Da un momento all'altro, e senza preavviso, quindi spariscono dal budget familiari i soldi dell'anticipo alimenti. Non ritiene che gli utenti interessati potevano essere preventivamente informati - magari via lettera - sulla nuova misura di risparmio?
"È ciò che i nostri servizi stanno facendo in questo momento: avvisano tutti i beneficiari dell'anticipo alimenti, che saranno toccati fra meno di un anno dal nuovo provvedimento, che il loro diritto alla prestazione, alla scadenza, non potrà più essere rinnovato poiché ne avranno già beneficiato per 5 anni. Ma vengono anche informati che in caso di bisogno possono ricorrere alle altre prestazioni sociali previste: gli assegni integrativi per i figli o le prestazioni assistenziali.
Le persone per le quali il diritto scadeva in dicembre o in gennaio - e ce ne dispiace - non hanno potuto ricevere un'informazione anticipata semplicemente perché la misura è stata presentata dal Governo nell'ambito preventivo 2005 e decisa dal Parlamento il 14 dicembre".
Anche gli operatori del settore si lamentano. L'informazione sulla nuova misura pare sia giunta in tempi assai ristretti se non in ritardo, di conseguenza chi si occupa di questi cittadini - non avendo il tempo per documentarsi e quindi offrire un servizio preciso all'utenza - si è trovato spiazzato. Ritiene che - in questo caso specifico - si possa registrare una certa disorganizzazione da parte del DSS nel gestire la nuova misura?
"No, assolutamente, non è un problema di organizzazione: la misura non poteva essere comunicata prima di essere decisa".
Lei ha sempre avuto a cuore - nella sua azione politica - quelle fasce sociali più fragili e con meno possibilità di difesa: i più deboli, insomma. L'anticipo alimenti rappresenta uno strumento per tutelare la crescita dei minori. Ora, dopo l'applicazione di questo risparmio, alcune famiglie dovranno ricorrere all'assistenza, passando in qualche modo da creditrici (quindi vittime dell'inadempienza altrui) a debitrici nei confronti dello Stato. Altre madri potrebbero essere costrette a più ore di lavoro per far quadrare il bilancio, e quindi a meno tempo da investire nella formazione dei figli. Come spiegare politicamente questa scelta che tocca - per l'appunto - una categoria indifesa come quella dei minori?
"È proprio perché in Ticino, forse più e meglio che altrove, abbiamo predisposto nuovi strumenti per sostenere finanziariamente le famiglie possiamo permetterci di ridurre l'importanza dell'anticipo alimenti. La nostra politica familiare prevede un attivo sostegno per contrastare la povertà dell'infanzia. Siamo l'unico cantone che permette ai genitori di occuparsi dei loro bambini senza dover lavorare fino al terzo anno di età: l'assegno prima infanzia copre il fabbisogno vitale del genitore e del figlio. Mentre grazie all'assegno integrativo i genitori di figli fino a 15 anni possono migliorare le proprie entrate. Nei casi più gravi resta poi anche la possibilità di ricevere l'aiuto assistenziale".
"L'anticipo alimenti non è una prestazione sociale in senso stretto, è un aiuto dello stato ad incassare gli alimenti che il coniuge divorziato dovrebbe versare. Anticipare ha un senso se si riesce anche a recuperare dal debitore. Dopo cinque anni si può ormai capire se si possono recuperare gli alimenti. Quando non è più possibile, i soldi versati di fatto non sono più un "anticipo", ma una vera e propria prestazione sociale a favore dell'infanzia e allora è più corretto versarla sotto forma di assegno per i figli. L'essenziale è che nessun bambino sarà lasciato senza un sostegno finanziario".






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