CN: il ritiro della patente all'estero vale anche in Svizzera
Si tratta di ristabilire una pratica applicata da oltre 30 anni e che il Tribunale federale (TF) ha interrotto in giugno. La licenza di condurre era già ritirata agli automobilisti svizzeri se erano colpiti da un divieto di guidare all'estero. Tuttavia, il TF ha chiesto che questa regolamentazione sia esplicitamente citata nella legge. Da qui la revisione affrontata dal parlamento. È in gioco la sicurezza stradale, ha dichiarato Viola Amherd (PPD/VS) a nome della commissione. Gli automobilisti che non hanno nulla da rimproverarsi non corrono alcun rischio. La sanzione sarà adottata in Svizzera soltanto se vi è ritiro della patente all'estero, ha precisato Daniel Brélaz (Verdi/VD). Non sarà applicata per uno sbaglio non riconosciuto dal diritto elvetico. In questo senso, a colui che ha guidato con un'alcolemia inferiore allo 0,5 permille (limite svizzero) in un paese a tolleranza zero non sarà ritirata la licenza di guida.
Questi argomenti hanno lasciato indifferente l'UDC che, dubitando dell'efficacia del provvedimento, vi si è opposta. Il partito, sostenuto da vari radicali e PPD, ha chiesto che la Svizzera prenda dapprima contatto con i suoi vicini per garantire la reciprocità in materia di ritiro della licenza di condurre. Altrimenti, gli stranieri continueranno a fare le corse sul lungolago di Ginevra senza essere puniti, ha detto Jean-François Rime (UDC/FR). Egli ha ripetuto che il progetto mira a stigmatizzare l'automobilista come "mucca da mungere" e "capro espiatorio".
Sebbene non sia riuscita ad affossare il progetto, la destra è comunque riuscita a ridurne la portata. Con 99 voti a 58, il Nazionale ha precisato che la durata del ritiro della patente in Svizzera non può superare quella pronunciata sul luogo dell'infrazione. Con questa disposizione, sarebbe impossibile dar prova di maggiore severità nei confronti di un recidivo, ha inutilmente criticato Viola Amherd.
ATS




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