INTERVISTA
"La mia vita con la cocaina"

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"La mia vita con la cocaina"
LUGANO - Il costo sempre più basso della cocaina e le maggiori possibilità economiche delle giovani generazioni fanno si’ che essa sia diventata una delle droghe più gettonate. E’ consumata da una fauna eterogenea per classi ed età ...
LUGANO - Il costo sempre più basso della cocaina e le maggiori possibilità economiche delle giovani generazioni fanno si’ che essa sia diventata una delle droghe più gettonate. E’ consumata da una fauna eterogenea per classi ed età e non si limita - come era ed è per l’eroina - a persone collocate ai margini della società, oppure povere o anche poco raccomandabili, ma investe gente apparentemente normale, insospettabile: professionisti, impiegati, giovani e operai. Ed era uno di loro Antonio Vecchio, ex cocainomane di 35 anni, che ci ha raccontato la sua odissea con la droga tra vuoti affettivi e perdite lavorative in un tunnel lungo e poco conosciuto.
A che età hai iniziato a consumare cocaina e perchè?
"Ho iniziato nel bagno della scuola tra una lezione e l’altra. Avevo 17 anni e nessuna idea dell’incubo che stavo per vivere. Sul perché ho iniziato, sinceramente non lo so. All’inizio era per gioco, per moda. Faceva “grande” sniffare coca ed era un modo per essere accettato dai coetanei. Poi, pero’, non sono riuscito piu’ a smettere. Dopo una dose ne cercavo subito un’altra e un’altra ancora. Di sicuro, il fatto che non si dovesse iniettare come l’eroina con la siringa e,in aggiunta, la “tolleranza” culturale nei confronti di questa droga non mi hanno fatto venire nessun tipo di dubbio su quello che stavo facendo".
Com’è cambiata la tua vita da quella prima volta?
"All’inizio mi sembrava di essere in paradiso. La cocaina ha su di te un effetto di potenza estrema. Appena è andata in circolo ti senti un dio, forte e sicuro. Sul lavoro produci quattro volte tanto, in discoteca sei 4 volte piu’ estroso e agevola tantissimo anche lo studio. Avevo amici che per superare gli esami universitari facevano tour de force di libri e coca. Per alcuni essa non è mai diventata una dipendenza ma per tanti altri, come per me, lo è diventata. Poi, pero’, oltre ai picchi di pura goduria che comunque duravano poche ore, arrivavano i temutissimi momenti down dove mi trovavo depresso, nervoso e cattivo. Piu’ sentivo la necessità della coca piu’ perdeva di importanza tutto quello che c’era attorno a me. Ero impiegato di banca a Lugano, mi sono volutamente licenziato e ho cominciato a lavorare saltuariamente come venditore di spazi pubblicitari. Cosi’ facendo avevo la possibilità di gestirmi il mio tempo e potevo consumare coca quando volevo. Questa autodistruzione pero’ non si è fermata solo al lavoro. Infatti, rapidamente l’onda ha travolto anche i rapporti con la mia famiglia. Mia mamma mi supplicava di andarmene di casa perché non mi sopportava piu’ e i miei amici uno dopo l’altro mi abbandonarono. Alla fine le uniche relazioni che avevo erano con quelli che sniffavano come me. Avevo solo una unica ossessione atavica: cocaina".
"All’inizio mi sembrava di essere in paradiso. La cocaina ha su di te un effetto di potenza estrema. Appena è andata in circolo ti senti un dio, forte e sicuro. Sul lavoro produci quattro volte tanto, in discoteca sei 4 volte piu’ estroso e agevola tantissimo anche lo studio. Avevo amici che per superare gli esami universitari facevano tour de force di libri e coca. Per alcuni essa non è mai diventata una dipendenza ma per tanti altri, come per me, lo è diventata. Poi, pero’, oltre ai picchi di pura goduria che comunque duravano poche ore, arrivavano i temutissimi momenti down dove mi trovavo depresso, nervoso e cattivo. Piu’ sentivo la necessità della coca piu’ perdeva di importanza tutto quello che c’era attorno a me. Ero impiegato di banca a Lugano, mi sono volutamente licenziato e ho cominciato a lavorare saltuariamente come venditore di spazi pubblicitari. Cosi’ facendo avevo la possibilità di gestirmi il mio tempo e potevo consumare coca quando volevo. Questa autodistruzione pero’ non si è fermata solo al lavoro. Infatti, rapidamente l’onda ha travolto anche i rapporti con la mia famiglia. Mia mamma mi supplicava di andarmene di casa perché non mi sopportava piu’ e i miei amici uno dopo l’altro mi abbandonarono. Alla fine le uniche relazioni che avevo erano con quelli che sniffavano come me. Avevo solo una unica ossessione atavica: cocaina".
Come ti procuravi la cocaina?
"Tutto tramite conoscenze fidate. Di solito erano gli amici che scambiavano con me qualche dose ma se per caso loro non ne avevano, bastava una chiamata a qualche contatto e mi veniva recapitata direttamente a casa. Cosi’ si evitava di dare troppo nell’occhio e non si incappava nemmeno nella polizia. Non ho mai avuto problemi con la giustizia per questioni di droga proprio perché consumavo e compravo cocaina quasi sempre dal mio appartamento o dall’appartamento dei miei amici. Rare erano le occasioni in cui mi spingevo nella zona vicino alla stazione di Lugano per acquistarla. Voleva dire che ero per davvero in astinenza".
"Tutto tramite conoscenze fidate. Di solito erano gli amici che scambiavano con me qualche dose ma se per caso loro non ne avevano, bastava una chiamata a qualche contatto e mi veniva recapitata direttamente a casa. Cosi’ si evitava di dare troppo nell’occhio e non si incappava nemmeno nella polizia. Non ho mai avuto problemi con la giustizia per questioni di droga proprio perché consumavo e compravo cocaina quasi sempre dal mio appartamento o dall’appartamento dei miei amici. Rare erano le occasioni in cui mi spingevo nella zona vicino alla stazione di Lugano per acquistarla. Voleva dire che ero per davvero in astinenza".
Quando hai preso coscienza che per te la cocaina era un problema?
"Questa è una domanda fondamentale. Ci sono voluti anni perché diventassi cosciente di cosa ero diventato. Tendevo a non definirmi un tossico. Vedevo il mio rapporto con la cocaina in maniera molto razionale. Per me essa era solo un vizio come poteva essere la sigaretta dopo pranzo per alcuni. Sono andato avanti a sniffare coca per tanto, dilapidando il patrimonio della mia famiglia. La cocaina era un chiodo fisso che calamitava tutte le mie attenzioni e che mi ha fatto perdere completamente la lucidità. Fondamentalmente non riuscivo piu’ a vedere me stesso. I miei genitori hanno cercato di portarmi in un centro ma sono scappato dopo poco perché non volevo curarmi. Tanti ci hanno provato ad aiutarmi; l’unico che ci è riuscito è stato mio fratello. Disperato, un giorno mi ha filmato con la telecamera in una delle mie crisi aggressive contro mia madre, quando la cocaina aveva smesso i suoi influssi di carica positiva. Mi ha fatto vedere il video e per la prima volta dopo anni mi sono realmente visto. Come se la cocaina mi avesse messo una benda sugli occhi e mi avesse impedito di vedere. L’immagine di me in quello stato aggressivo, cattivo mi ha spaventato talmente tanto che ho deciso di smettere".
"Questa è una domanda fondamentale. Ci sono voluti anni perché diventassi cosciente di cosa ero diventato. Tendevo a non definirmi un tossico. Vedevo il mio rapporto con la cocaina in maniera molto razionale. Per me essa era solo un vizio come poteva essere la sigaretta dopo pranzo per alcuni. Sono andato avanti a sniffare coca per tanto, dilapidando il patrimonio della mia famiglia. La cocaina era un chiodo fisso che calamitava tutte le mie attenzioni e che mi ha fatto perdere completamente la lucidità. Fondamentalmente non riuscivo piu’ a vedere me stesso. I miei genitori hanno cercato di portarmi in un centro ma sono scappato dopo poco perché non volevo curarmi. Tanti ci hanno provato ad aiutarmi; l’unico che ci è riuscito è stato mio fratello. Disperato, un giorno mi ha filmato con la telecamera in una delle mie crisi aggressive contro mia madre, quando la cocaina aveva smesso i suoi influssi di carica positiva. Mi ha fatto vedere il video e per la prima volta dopo anni mi sono realmente visto. Come se la cocaina mi avesse messo una benda sugli occhi e mi avesse impedito di vedere. L’immagine di me in quello stato aggressivo, cattivo mi ha spaventato talmente tanto che ho deciso di smettere".
E’ stato difficile smettere?
"Molto difficile.Uno sforzo disumano. Se ci penso, ancora adesso mi fa un male fisico il dolore che ho provato nei momenti di “astinenza”. Non sono andato né in un centro residenziale né in ospedale, anche se un paio di miei amici si sono rivolti all’Antenna di Bellinzona con grandissimi risultati dal punto di vista del supporto sia psicologico che pratico. Io mi sono semplicemente chiuso in casa per sei mesi. Ho staccato il telefono, ho fatto controllare la posta a mio fratello in maniera tale che i miei amici/spacciatori non mi potessero ricoinvolgere nel giro. In piu’, per tenere la mente controllata, mi sono iscritto all’Usi e mi sono messo a studiare sodo. I muri di quella stanza, bianchi e disperati, ancora oggi mi angosciano.
Per dire a tutti come la cocaina devasta. Ora a distanza di anni mi vengono delle voglie come se avessi smesso ieri e non è cosi. Ho dovuto cambiare tutta la mobilia soprattutto il lavello del bagno dove per anni mi facevo le piste. Era diventata un’ossessione, come una mano che dal buio cerca di agguantarmi di nuovo e poi di nuovo".
"Molto difficile.Uno sforzo disumano. Se ci penso, ancora adesso mi fa un male fisico il dolore che ho provato nei momenti di “astinenza”. Non sono andato né in un centro residenziale né in ospedale, anche se un paio di miei amici si sono rivolti all’Antenna di Bellinzona con grandissimi risultati dal punto di vista del supporto sia psicologico che pratico. Io mi sono semplicemente chiuso in casa per sei mesi. Ho staccato il telefono, ho fatto controllare la posta a mio fratello in maniera tale che i miei amici/spacciatori non mi potessero ricoinvolgere nel giro. In piu’, per tenere la mente controllata, mi sono iscritto all’Usi e mi sono messo a studiare sodo. I muri di quella stanza, bianchi e disperati, ancora oggi mi angosciano.
Per dire a tutti come la cocaina devasta. Ora a distanza di anni mi vengono delle voglie come se avessi smesso ieri e non è cosi. Ho dovuto cambiare tutta la mobilia soprattutto il lavello del bagno dove per anni mi facevo le piste. Era diventata un’ossessione, come una mano che dal buio cerca di agguantarmi di nuovo e poi di nuovo".
La cocaina è piu’ diffusa di quello che si pensa?
"Assolutamente si’ e fa molto piu’ male di quello che uno crede. E’ questo il problema che rende il mercato della coca florido: il fatto che essa non sia cosi’ visibile come l’eroina, il fatto che si pensi non faccia danni o che sia un qualcosa lontano da noi. In realtà è attorno a noi e molti la usano: chi per gioco, chi per necessità. Bisogna cominciare a sfatare il preconcetto culturale che vede la coca come una droga non cosi pericolosa".
"Assolutamente si’ e fa molto piu’ male di quello che uno crede. E’ questo il problema che rende il mercato della coca florido: il fatto che essa non sia cosi’ visibile come l’eroina, il fatto che si pensi non faccia danni o che sia un qualcosa lontano da noi. In realtà è attorno a noi e molti la usano: chi per gioco, chi per necessità. Bisogna cominciare a sfatare il preconcetto culturale che vede la coca come una droga non cosi pericolosa".
Se dovessi dare un consiglio?
"Per smettere davvero bisogna volerlo. La determinazione e la volonta’ sono fondamentali ma in certi casi anche l’aiuto del medico è utile".
"Per smettere davvero bisogna volerlo. La determinazione e la volonta’ sono fondamentali ma in certi casi anche l’aiuto del medico è utile".
Angelica Isola
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