Como vuole diventare svizzera

Un sondaggio online dice che il 74% dei comaschi vuole entrare nella Confederazione. Il segno di un disagio nella fascia di confine?
COMO - La provocazione di Dominique Baettig ha colpito nel segno: molti comaschi vogliono diventare svizzeri. La boutade del consigliere agli Stati Udc del Giura, che una decina di giorni fa chiedeva a Berna di allargare i confini nazionali fino ad annettere il Baden Wurttenberg, la Savoia, la Valle d'Aosta e le province di Como e Varese, ha suscitato discussioni, e ha fatto sognare chi da anni vuole abbandonare l'Italia e diventare svizzero, senza lasciare il Lario.
Da un sondaggio apparso sul sito Internet della Provincia di Como, la preferenza dei partecipanti risulta chiara: il 74% vuole che Como sia annessa alla Svizzera.
Insubria - Un'annosa questione, per gli abitanti della fascia di confine, che vedono a pochi passi la soluzione a tanti problemi di casa propria: eccessiva pressione fiscale e scarsità di servizi, strade piene di buche, criminalità, una classe politica allo sbando, alto costo della vita, eccetera eccetera. La Lega, da anni, sostiene l'iniziativa di un Ticino unito a Como e Varese, ovvero una Regio Insubrica dotata di ben altri poteri rispetto a quelli attuali. Pare che lo stesso Umberto Bossi, che (fantascienza politica) potrebbe diventare cittadino elvetico, non veda con dispiacere questa opportunità. E con lui molti membri e simpatizzanti del suo partito, che vedono in questa possibilità la soluzione di molti problemi.
Favorevoli e contrari - Tornando al sondaggio, ad essere favorevoli saranno solo i leghisti? Non sembra proprio. Anche chi vota per altre forze politiche è, percentuali alla mano, favorevole alla proposta di Baettig. I piu' contrari si trovano, incredibile ma vero, tra i frontalieri e tra chi vive a stretto contatto con il Ticino: ovvero coloro che hanno sotto mano i problemi e le difficoltà del Cantone, e hanno una visione piu' lucida della questione. Un segnale che, nel produttivo e benestante Nord, le cose non sono forse cosi' soddisfacenti come vuole certa retorica politica.
Disagio - Si tratta, verrebbe da pensare, di un segnale di disagio delle popolazioni di confine, che si trovano nella delicata situazione, tipica di chi si trova a vivere presso una frontiera, di dover tenersi in equilibrio tra due sistemi molto differenti, che venendo in contatto non sempre si amalgamano. Inoltre resta sempre da capire cosa ne pensano gli Svizzeri: Baettig ha dichiarato di voler proporre dei referendum cantonali, per capire cosa ne pensano le popolazioni locali. In Ticino, conoscendo l'umore della popolazione, l'esito sarebbe quasi certamente negativo.
Tra il serio e il faceto - Al di là della trita ironia che si legge su Repubblica, che ha ripreso i dati del sondaggio (una Svizzera che ospita i maggiori mascalzoni del mondo, dove si vive con le pattine ai piedi e come in una caserma, si salva solo una citazione cinefila da "Il terzo uomo" con Orson Welles), su un punto il giornalista ha perfettamente ragione: si tratta di una tempesta in un bicchier d'acqua, di una polemica che ha tenuto occupati, in questi giorni a cavallo tra la primavera e l'estate, i pensionati al bar e gli irriducibili secessionisti, compreso quel tale che, sulla Provincia di Como, chiedeva a gran voce la nascita del "Granducato di Como".
Fabio Caironi
Foto Ticinonline Fabio Caironi



