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LUGANO

Salvare l'Indipendenza... un'osteria luganese che è un'opera d'arte firmata

Lo storico locale ospita un raro e intatto esempio d'arredamento d'arte di Chiattone
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Salvare l'Indipendenza... un'osteria luganese che è un'opera d'arte firmata
Lo storico locale ospita un raro e intatto esempio d'arredamento d'arte di Chiattone
LUGANO - La notizia dello sfratto dell’Osteria dell’Indipendenza di Lugano, che costringerà alla chiusura uno dei più caratteristici e antichi ritrovi della Città, non si iscrive solo tra gli scempi recenti nella...

LUGANO - La notizia dello sfratto dell’Osteria dell’Indipendenza di Lugano, che costringerà alla chiusura uno dei più caratteristici e antichi ritrovi della Città, non si iscrive solo tra gli scempi recenti nella nostra città e nel cantone che hanno visto, ad esempio, la falcidie perversa e accanita di ville storiche, basti citare la Baroffio sotto la stazione FFS o la stupenda Villa Branca a Melide, ma preoccupa per la sorte di una vera e propria opera d’arte, di design e d’architettura. Con buona pace del luogo comune che vuole il Ticino terra d’architetti e artisti illustri sin dal Medio Evo, personaggi che hanno costruito Roma e San Pietroburgo, ma attivi anche da Istanbul all’Argentina.

Un'opera d'arte in discarica? - Orbene, nonostante questo bagaglio culturale di antica tradizione, non si è capaci di preservare i beni di casa nostra. Il Palazzo Chiattone d’inizio Novecento ora venduto non costituisce solo un edificio interessante per la storia luganese, ma ospita un gioiello di proto-design e d’arredamento d'arte che è l’Osteria dell’Indipendenza. Basti osservarne i legni, gli arredi, il soffitto, i lampadari di ferro ad imbuto con le stelle, i ferri battuti, il bancone con intarsi a trompe l’oeil, le porte lignee d’accesso a cucina e servizi e, splendore tra tutti, il dipinto su legno con l’allegoria del buon bere con la firma autografa di Chiattone. Questo poco conosciuto giacimento culturale di raffinata esecuzione e d’interesse tanto vivo da attrarre, spesso in incognito, direttori di museo mitteleuropei, francesi, svizzeri, collezionisti ed amatori d’oggetti d’arte e d’antichità. Visite che ammirano un ambiente praticamente intatto in uno stile tra influssi del Futurismo e sapori Art Déco che, si teme, finirà in una qualche deponìa tra avanzi Ikea e cocci di lavandini Ideal Standard.

Recuperare un ambiente d'arte assolutamente unico - È vero, un restauro conservativo sarebbe opportuno, anche se tutto è assolutamente integro, una bella pulita e l’eliminazione del distributore automatico restituirebbe uno spettacolo assolutamente unico nel suo genere ed una testimonianza intatta di un locale dove, per poco, si mangiano anche panini autentici ‘di una volta’ e altro ancora presentati con simpatia dalla coppia della turgoviese Mirtha e del campano Alfonso Masucci, da 33 anni dietro il bancone di un esercizio pubblico che racconta storia, ricordi, protagonisti (dal Totò che abitava a Lugano –sul lungolago dove in questi giorni si sta scavando un cantiere- a Kurt Furgler), con i tavoli e porte in un legno caldo ed elegante.

Vedremo l’Indipendenza abbattuta dall’ennesima boutique tanto griffata quanto anonima o da un’efffimera gioielleria? La parola d’ordine deve essere di salvare l’Osteria dell’Indipendenza dalla cancellazione, e se i nuovi proprietari non fossero sensibili, tra le soluzioni possibili si potrebbe ricostituirla con tutti i pezzi originali, basta smontare le parti in legno, negli spazi di un museo o centro culturale.


Luca M. Venturi  
 

Foto Tipress

Le foto del locale su Facebook Ticino Vintage

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