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BIASCA

"Vogliono espropriare i nostri terreni: che ci provino!"

A Biasca tira aria di... Val di Susa
"Vogliono espropriare i nostri terreni: che ci provino!"
A Biasca tira aria di... Val di Susa
BIASCA - Occupare, espropriare. Brutte parole. Bruttissime per i patrizi di Biasca che rischiano di vedersi confiscati «400-500mila metri quadrati di terreno» a seconda delle stime, per far posto a una stazione di trasbordo delle Ffs...

BIASCA - Occupare, espropriare. Brutte parole. Bruttissime per i patrizi di Biasca che rischiano di vedersi confiscati «400-500mila metri quadrati di terreno» a seconda delle stime, per far posto a una stazione di trasbordo delle Ffs «qualora dovesse passare il “no” al raddoppio del tunnel del Gottardo». Lo riporta la Schweiz am Sonntag, citando Doris Leuthard: secondo la consigliera federale «non rimarrebbe altra scelta, nel caso in cui i proprietari di Biasca non dovessero essere disponibili a cedere i terreni in questione».

"Inaccettabile" - Confiscare, requisire. Comunque la si giri, la prospettiva è «inaccettabile» per il sindaco del paesino della Riviera Jean-François Dominé, che commenta: «Saremmo di fronte a una violazione della libertà dei cittadini, oltre che un considerevole danno all’ambiente». Elia Rè, presidente del patriziato locale (che è proprietario di gran parte dell’area in questione), rincara la dose: «Ci opporremo fino all’ultimo, per vie legali e non, se necessario».

Che cosa intende?

«Che la gente di Biasca ha già sopportato abbastanza: l'area in questione è di proprietà del Patriziato ed è già stata occupata per anni dai depositi di Alptransit, a partire dal 2015 è prevista la riconsegnata dei terreni e Berna farà bene a rispettare gli impegni»

Ma la consigliera Leuthard...

«La signora Leuthard farebbe meglio a pensare a casa sua. Lo scriva pure: pensasse a casa sua, alle faccende domestiche, anziché rovinare la vita alla gente qui a Biasca»

Pare di capire, dunque, che il Patriziato nell'eventualità non sarebbe disponibile a cedere i terreni.

«Questa è la mia posizione personale, ma è chiaro che il nostro ufficio la pensa allo stesso modo. Ma dove siamo? Destinare 500mila metri quadrati per una stazione inutile e inquinante? Siamo matti? È il segno che la solita Berna non ha ancora capito niente del Ticino, e pensa solo al guadagno!»

Sarebbe comunque un piano B, nel caso dovesse passare il referendum.

«Ma quale piano B, è un ricatto bello e buono! Un ricatto per fare passare il raddoppio. Noi a Biasca siamo tutti a favore del referendum e questa storia dell'esproprio non ci deve fare paura. Combatteremo come abbiamo fatto finora e di più, non a parole ma affilando i coltelli».

In che senso "affilando i coltelli"?

«Nel senso che oltre alle vie legali ci sono tanti modi per una popolazione di farsi valere. Lotteremo nei modi che ci sono permessi dalla legge, e forse anche di più»

Intende con azioni sul campo, in stile No Tav?

«Parlo sempre a livello personale: non condivido alcuni metodi utilizzati ad esempio in Val di Susa ma capisco benissimo i movimenti che sono sorti e le loro finalità. Capisco anche perché a volte si va oltre quello che è consentito dalla legge. Non si possono accettare così le prepotenze di chi con la nostra realtà non c'entra niente e calpesta i nostri diritti. Sono opinioni personali ma, come ho detto, sono condivise. La gente a Biasca è stufa e arcistufa»

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