Una decina di richiedenti l'asilo scontenti in fuga per parlare con le autorità cantonali. Il sindaco di Lavizzara: «Eppure si trovano in un bel posto»
LAVIZZARA - Una decina di eritrei in marcia dal piccolo centro asilanti del Piano di Peccia (Lavizzara) verso Bellinzona. Alla base della fuga ci sarebbe la volontà di denunciare le condizioni in cui soggiorna una quarantina di richiedenti l'asilo nel villaggio dell'alta Valle Maggia. Il gruppo di ribelli, scappato a piedi senza alcuna autorizzazione e sfuggendo al controllo dei sorveglianti, sarebbe stato rintracciato e fermato poco dopo Bignasco.
L'episodio, verificatosi la scorsa settimana, è confermato dal sindaco di Lavizzara Michele Rotanzi. Che, tuttavia, dissente sulle argomentazioni della protesta. «Queste persone volevano andare a Bellinzona per lamentarsi - sottolinea -. Eppure si trovano in un bel posto, non in un bunker. Alloggiano negli spazi dell'ex scuola dell'infanzia, hanno tre dormitori, docce e riscaldamento sempre attivi. Non si trovano in una situazione così precaria».
Il problema, stando a fonti informate, sarebbe legato a un meccanismo preciso. Gli eritrei del Piano di Peccia tramite cellulari sono in contatto quotidianamente con gli asilanti che alloggiano a Losone e in altre località di pianura. «Succede che magari si inviino delle fotografie - evidenzia Rotanzi -. E allora quelli del Piano di Peccia si accorgono che c'è chi si trova al sole e senza la neve. Magari subentra il desiderio di essere trattati allo stesso modo. Da una parte li capisco: sono africani e attorno a loro in questo periodo vedono 30 centimetri di neve e solo montagne. Psicologicamente può non essere facile, soprattutto per quelli che si trovano al Piano di Peccia già da parecchi mesi. Però il Cantone non può fare miracoli, le disponibilità sono quelle che sono».
Il sindaco assicura che l'allarme è comunque rientrato nel giro di poche ore. E che, in ogni caso, le rivendicazioni degli eritrei saranno prese in considerazione dalle autorità competenti. «Da quanto ho capito - conclude - designeranno un portavoce che potrà esporre dubbi e perplessità agli esperti cantonali».