La legge sulla dissimulazione del volto non sembra aver portato al temuto calo dei pernottamenti
LUGANO - Il settore alberghiero temeva il peggio: con la legge sulla dissimulazione del volto si parlava di turisti arabi alla larga dal Ticino e di prenotazioni in forte calo. Per ora sta invece andando meglio del previsto. «Certo, le disdette ci sono state, ma fortunatamente non stiamo registrando la temuta perdita massiccia di pernottamenti». È quanto ci dice Lorenzo Pianezzi, presidente di Hotelleriesuisse Ticino, a quasi un mese dall’entrata in vigore della nuova legge. «È una minoranza quella che, per ora, sceglie altre destinazioni». Tuttavia la preoccupazione del settore alberghiero era, secondo il nostro interlocutore, giustificata: «Non essendoci arabi con il niqab che vivono in Ticino stabilmente, l’introduzione della misura va a toccare soltanto i turisti» ci spiega. Secondo PIanezzi è comunque ancora presto per tirare le somme: «Aspettiamo almeno l’autunno».
Turisti informati - Il turista arabo arriva in Ticino a volto scoperto. «Non accennano nemmeno all’argomento. Sono già informati e le nostre reception, che sono pronte sulla questione, non sono ancora dovute intervenire» afferma ancora Pianezzi. E sembra che per ora non sia nemmeno stato necessario mostrare il volantino indirizzato agli ospiti arabi che l’Ente turistico del Luganese ha di recente distribuito agli operatori. «Vediamo che da parte dei visitatori arabi c’è una forte apertura, quindi anche noi siamo più tranquilli e possiamo lavorare al meglio».
Mercato in forte crescita - Negli ultimi anni per il settore turistico ticinese il mercato arabo sta diventando sempre più importante. Soltanto nei primi cinque mesi del 2016, gli ospiti provenienti dai paesi del Golfo hanno fatto registrare 7’271 pernottamenti, con un incremento del 23,6% rispetto all’anno precedente (quando nello stesso periodo era stata toccata quota 5’882). «Per il nostro settore è importantissimo riuscire a mantenere e a sviluppare i mercati tradizionali come la Svizzera e la Germania, e incrementare anche i mercati nuovi, anche lontani, che possano compensare un possibile calo di quelli tradizionali» conclude Pianezzi.