Domenico Rigazzi, sindaco di Cremenaga, critica la decisione di chiudere per sei mesi il valico e il silenzio delle istituzioni italiane
CREMENAGA - Perplesso e amareggiato. Il sindaco di Cremenaga, Domenico Rigazzi, non ha preso bene la decisione «unilaterale» della chiusura notturna del valico doganale di Ponte Cremenaga per sei mesi, a partire dal prossimo aprile.
«Senza riscontri oggettivi non penso abbia senso chiudere il valico, lasciando aperti quello di Fornasette e Palone», ha dichiarato Rigazzi al portale Varese News, che già lo scorso 24 gennaio aveva espresso, in una missiva indirizzata al Prefetto di Varese, la propria contrarietà alla chiusura, definendola «inutile e pericolosa».
«La sicurezza può e deve essere un obiettivo congiunto e non avverso» aveva affermato in quell’occasione il sindaco, che questa volta non se la prende solo con i «politici dirimpettai» ma bacchetta anche le autorità italiane dicendosi estremamente «rammaricato» per non aver ricevuto alcun riscontro: «Mi dispiace che il Prefetto, il Presidente della Provincia e il Presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni non abbiano trovato un minuto per rispondermi».
Lasciato solo dalle istituzioni, come «quasi sempre capita ai sindaci dei piccoli comuni», Rigazzi ha voluto ribadire il proprio no alla chiusura del valico lanciando nuovamente un appello affinché le autorità italiane rispondano alla presa di posizione «unilaterale» della Svizzera.