Ecco chi sta dietro al primo cartellone 3D: si chiama Patrizia, ha 33 anni, è originaria di Zurigo. E lavora a Lugano...
LUGANO - Un nome su tutti: Andy Warhol. Lui prese la pubblicità e la trasformò in arte, da "consumare" alla stregua di una zuppa nella latta o una bottiglia di vetro e Coca Cola. Connubio possibile, anzi ideale, che non svilisce l'estro, piuttosto lo esalta: rendendolo pop, offrendolo alla portata della massa.
La creatività del marketing - Perché «le persone ignorano il design che ignora le persone», per riformulare; dirlo con la citazione da lei scelta per presentar la sua persona online. Patrizia Pfenninger: chi è? Una pubblicitaria, una creativa oppure tutti e due? È colei che, oggi innanzitutto, ha portato in Ticino – e in Svizzera – la pubblicità 3D.
Il commercio è anche talento - È il volto nascosto dietro al manifesto che appende scope e scarpe sopra un cartellone che mai s'era visto prima, da giovedì scorso in viale Castagnola e a giugno alla stazione Ffs. Originaria di Zurigo, un master in Interaction design, un diploma come marketing specialist e uno studio a Viganello, non pretende di stravolger la realtà e i suoi modi: però prova a sorprendere, a «plasmare – spiega – l'universo commerciale e dotarlo di un coté artistico».
Il segreto: guardare, non copiare - Come si inventa qualcosa di innovativo, inedito, con l'esperienza breve dei 33 anni che non sono pochi ma neanche abbastanza? Si gira il mondo, lo si guarda; però non lo si copia. «Ho viaggiato molto. Che questo porti a un'illuminazione non è scontato. Ma si può trarre ispirazione da qualsiasi cosa. Basta lasciarsi intrigare». Per poi provare a trasmettere il messaggio con un linguaggio non ovvio, riproducibile in serie. «Mi affascina l'idea di un manifesto che sia un pezzo unico, che non si realizza su scala industriale».
"Le idee si pagano" - Senza andar troppo lontano, nel tempo e nello spazio, «pensiamo anche solo a Mimmo Rotella e al suo approccio "contro"», i suoi strappi in sfida a una società che sembrava aver già detto tutto. «La comunicazione è arte», anche quando è promozione, veicolo attraverso cui fare soldi. Lo sa bene Patrizia che ne ha fatto una scultura, arrotolando cento banconote da 100 euro a formare le quattro lettere della parola Idea, nell'ambito della campagna "Le idee si pagano" in tour fra Italia e Canton Ticino nel 2016.
La forza dell'arte - Solo un dubbio: quando si lavora per qualcuno, non si rischia poi di surclassare il committente? Diventare più appariscente del prodotto che si vuol sponsorizzare; relegarlo, senza intenzione ma nei fatti, in un secondo piano? «No. L'arte non va in contrasto: dà forza, sostegno».