Psicofarmaci venduti di nascosto nella zona della pensilina. Teenager disperati che cercano di fuggire dalla realtà. L’allarme degli esperti: «Aiutiamo questi giovani»
LUGANO – Mischiano psicofarmaci ad alcol. Spesso Xanax e vodka. E poi entrano in uno stato in cui non capiscono più nulla. Perdono completamente il controllo del loro corpo. Alcuni recenti casi legati a giovani del Luganese spingono gli esperti a lanciare l’allarme. Ad esempio Raffaele Mattei, direttore della Fondazione Amilcare: «È spaventoso pensare che questi ragazzi, sovente minorenni, ingeriscano simili miscele. C’è un disagio crescente da parte dei teenager ticinesi che vivono situazioni di vulnerabilità personale e sociale».
Alla ricerca della quiete – Un fenomeno nascosto. Difficilmente quantificabile. Ma allo stesso tempo estremamente preoccupante. Alcune persone informate riferiscono di uno spaccio di psicofarmaci nella zona della pensilina, nel centro di Lugano. Benzodiazepine, magari sottratte a genitori in cura, vendute per pochi franchi. «È una voce che è giunta anche a me – sottolinea Guido De Angeli, operatore di Radix Svizzera italiana e responsabile del progetto danno.ch – si tratta di giovani che in questo mix cercano una sorta di quiete, uno stordimento che li allontani dalla realtà quotidiana. Non rendendosi conto di ciò che rischiano».
Effetti devastanti – Sì, perché gli effetti di simili comportamenti possono essere devastanti. Lo spiega Alessandro Ceschi, responsabile medico e scientifico dell’Istituto di scienze farmacologiche della Svizzera italiana. «Un ansiolitico come lo Xanax ha lo scopo di calmare e sedare il paziente. Se combinato con l’alcol, si ha un potenziamento dell’effetto depressivo del sistema nervoso centrale. Parecchio imprevedibile. Le conseguenze possono portare all’arresto respiratorio, al coma, o addirittura al decesso. Chi assume la miscela solitamente subisce e rischia di causare danni a sé stesso. Anche se, in alcune situazioni, può comunque esserci una reazione cosiddetta paradossa, ovvero contraria, manifestata con agitazione, confusione ed eventualmente atteggiamenti aggressivi».
Con la rabbia dentro – Ma chi sono questi ragazzi? E perché si trovano in difficoltà? «Sono giovani incavolati neri per la loro vita – sostiene Mattei – ragazzi che hanno subìto di tutto e di più. In Ticino ce ne sono a decine. Minorenni cresciuti in famiglie disadattate, con adulti che hanno a che fare con droga o con alcol. Ci sono bambini che dal momento in cui vedono la luce, iniziano a girare da un istituto all’altro. Poi, quando diventano adolescenti, sono pieni di rabbia e vogliono dimenticare ciò che hanno trascorso».
La diffidenza verso gli adulti – De Angeli aggiunge: «Spesso questi ragazzi sono figli di persone che già assumono psicofarmaci. E quindi riescono a sottrarre le pastiglie alla mamma o al papà. Oppure loro stessi hanno la ricetta medica, perché stanno seguendo una terapia farmacologica. I servizi sociali? Fanno quello che possono. Nella Svizzera italiana ci sono varie offerte. Il problema è che questi ragazzi non si fidano più degli adulti. Non vogliono andare in un ufficio ed esporre i loro disagi. Per questo avrebbero bisogno di qualcuno che sappia indirizzarli. Il mio è un appello spontaneo: se qualcuno è a conoscenza di una situazione di difficoltà, non perda tempo e la segnali ai servizi sociali».
Senza la licenza di scuola media – Giovani che durante il giorno non hanno nulla da fare. Le loro ore le trascorrono nel vuoto più assoluto. In tasca non hanno magari neanche la licenza di scuola media. «E questo complica ulteriormente la loro condizione – fa notare De Angeli – si sentono inutili. Falliti». «A me personalmente è capitato che alcuni di loro mi chiedessero aiuto – ammette Mattei – solitamente chi prova questo mix non ci vuole ricascare. Ha quasi paura di riprovare. Il problema è anche un altro. Ci sono troppi psicofarmaci in circolazione. E le case farmaceutiche, che li producono, hanno riguadagnato un potere eccessivo».