Proseguono le indagini per far luce sui rapporti del Presidente del Tribunale Penale e il presunto boss Cuomo. E continua asoffiare il vento della polemica.
LUGANO. Risalgono circa un mese fa le nozze tra il Procuratore Pubblico ticinese Franco Verda, arrestato con la pesantissima accusa di essere stato corrotto dal presunto boss del contrabbando Gerardo Cuomo, e l’avvocato D.R. arrestata a Lugano mentre veniva scarcerato il figlio di Cuomo, Marco. Il giorno del loro matrimonio il Magistrato d’oltre confine già era a conoscenza dell’indagine sul suo conto per chiarire la tipologia dei suoi legami con il presunto Re del Contrabbando. Nulla, però, aveva turbato la cerimonia. Ma, adesso, alla luce, dei clamorosi risvolti dell’inchiesta, sono in molti a parlare di un “matrimonio di convenienza” con D.R, avvocato di fiducia di Cuomo e compagna di Franco Verda da una decina di anni. In poche parole la decisione di unirsi in matrimonio (cerimonia avvenuta a Stabio) potrebbero essere nata più per motivi legati proprio a queste vicende giudiziarie che non tanto dalla voglia di dare ufficialità ad un legame già consolidato. Un sospetto che nasce dal fatto che anche in Svizzera il Codice di Procedura Penale prevede che la moglie non possa testimoniare contro il marito e viceversa, cosa che, invece, non può essere applicata per due conviventi i quali sono tenuti a testimoniare, eventualmente, uno sul conto dell’altro. Intanto l’inchiesta ha provocato un vero e proprio terremoto in Ticino e in tutta la Confederazione anche se era nell’aria da parecchie settimane che stesse per scoppiare il bubbone. Ed in particolare da quando si era saputo dell’esistenza di ben 4 lettere anonime spedite da un “corvo” ticinese. Una di queste era finita alla Procura di Lugano e un’altra nelle mani di un parlamentare ticinese che subito aveva presentato interrogazione al Gran Consiglio per chiedere la Costituzione di una apposita Commissione per far chiarezza sui dubbi sollevati nei 4 documenti. Chiedeva, inoltre, di sapere come fosse stato possibile che un personaggio molto chiacchierato come Gerardo Cuomo e dal passato non limpidissimo possa aver ottenuto, invece, diritto di dimora in Svizzera dove ha costruito il suo impero legato all’import-export di sigarette. “Tutto in regola – dice ai giornalisti il figlio di Cuomo, Marco – tutta la merce si muove con regolare fatturazione”. Di parere ben diverso gli inquirenti dell’Antimafia di Bari e quelli di Lugano che stanno ora cercando di scoperchiare completamente il pentolone. E l’impressione è che presto dentro ci caschi qualche altro grosso pollo.