Magro bilancio a due anni dall'entrata in vigore della Legge cantonali sulla dissimulazione del volto. Avviate solo 37 procedure. Ghiringhelli: «Volevamo fare da apripista in Svizzera»
BELLINZONA - La legge c'è, il fenomeno invece è decisamente circoscritto. La dissimulazione del volto negli spazi pubblici in Ticino è un problema di poco conto, perlomeno per quanto riguarda i capi d'abbigliamento come burqa o niqab. È quanto emerge dal bilancio delle infrazioni registrate sul territorio cantonale fatto da Dipartimento delle istituzioni a due anni dall'entrata in vigore della legge.
Le procedure avviate in tal senso sono infatti state solo 37, alle quali vanno aggiunti alcuni ammonimenti senza verbale di polizia. Questo perché, come precisa lo stesso Dipartimento, «l'obbiettivo non è quello di dare vita a un elevato numero di procedure di contravvenzione, ma è quello di tutelare la sicurezza e di salvaguardare valori e peculiarità del nostro Cantone». Per quanto riguarda i primi sei mesi del 2018, i casi registrati sono una decina, ma principalmente avvenuti nell’ambito di episodi di hooliganismo sportivo.
Un magro risultato, parrebbe, per una legge che doveva contrastare il fenomeno delle donne in burqa. Una legge dunque inutile, chiediamo al promotore dell'iniziativa, Giorgio Ghiringhelli: «È vero che nel credo popolare è nata col cappello anti-burqa, anche perché io così l'avevo battezzata. Ma il testo era fatto per valere sia per maschi sia per donne. Non era discriminatorio verso i sessi. Era il modello già applicato in Francia e giudicato favorevolmente dalla Corte costituzionale francese». Un modello che però in Ticino pare c'azzecchi poco... «L'iniziativa è stata lanciata qui con due scopi. Il primo di fare da apripista in Svizzera e il risultato è stato ottenuto». Un'iniziativa strabica, dunque, guarda qui per colpire là: «Esattamente. Secondariamente il fatto che in Ticino non ci siano tanti casi di burqa, a parte le turiste non significa nulla. Non bisogna aspettare che i buoi siano usciti dalla stalla prima di intervenire. Lo scopo era preventivo e dissuasivo. Ed è stato raggiunto». Se non ci sono burqa, anche il suo recente premio a chi lotta contro l'islamizzazione, pare fuori contesto. O no? «In Ticino si avverte meno l'islamizzazione dell'ambiente. Ma quelli che in Europa studiano il fenomeno e lanciano l'allarme in questo periodo sono voci isolate, boicottate della stampa e giudicate come estremiste».
Assieme alla Legge sulla dissimulazione del volto negli spazi pubblici, il 22 settembre 2013 i ticinesi avevano votato per l'introduzione della Legge sull'ordine pubblico. In questo caso le infrazioni sono state 1’319, concentrate nelle Regioni di polizia del Luganese (561). La maggior parte delle procedure riguarda l’accattonaggio (868), il disturbo della quiete (133 casi, soprattutto legati all’attività di bar e ritrovi pubblici), l’imbrattamento di beni pubblici (102) e casi di animali vaganti (77). Più rari i casi accertati di littering, con sole 38 sanzioni.