Il Consiglio di Stato ha presentato questa mattina il Piano cantonale delle aggregazioni. Chiesto al Parlamento lo stanziamento di un credito di 73,8 milioni di franchi
BELLINZONA - Il futuro del Ticino è nelle aggregazioni. Questa mattina i consiglieri di Stato Norman Gobbi e Christian Vitta hanno presentato il Piano cantonale delle aggregazione (PCA). Il documento - approvato dal Governo dopo una fase di consultazione avviata nel 2013 - conferma per il futuro un cantone formato da 27 comuni, senza tuttavia imporre alcun limite temporale per la concretizzazione del piano.
L’intenzione, ha altresì confermato l’Esecutivo, è quella di dare la priorità ai progetti nati «dal basso», ovvero, direttamente proposti dagli enti locali, che mostrino solidità e un’ampia condivisione fra le comunità interessate. Un obiettivo per il quale viene chiesto al Parlamento lo stanziamento di un credito quadro di 73,8 milioni di franchi che permetterà di attuare «gli obiettivi del PCA grazie a incentivi finanziari per i progetti ritenuti di interesse cantonale».
La definizione è avvenuta tenendo conto delle realtà locali, delle vocazioni e dell’identità dei singoli territori, nonché delle relazioni che definiscono lo “spazio di riferimento” abituale per le amministrazioni locali e per la loro cittadinanza.
Uno strumento «strategico» - Il PCA costituisce «uno strumento strategico che indica in modo trasparente e prevedibile la visione del Cantone» ha spiegato Gobbi, mentre Vitta ha rilevato come nuove realtà comunali più forti sono degli attori importanti per creare le premesse ideali per l’avvio e la realizzazione di progetti con ricadute economiche positive nel lungo e nel medio termine.
Il Piano cantonale delle aggregazioni è pertanto uno strumento che, oltre a stimolare il processo aggregativo, pone le basi per un’organizzazione locale che meglio supporti le politiche di sviluppo economico importanti per il Cantone Ticino.