Lo si evince da un nuovo studio dell’istituto BAK. Anche per il futuro le prospettive sarebbero favorevoli
LUGANO - Il Ticino vede una crescita economica impressionante, soprattutto nel confronto internazionale. E le prospettive sono favorevoli. Lo dice uno studio dell’istituto BAK Economics, commissionato dalla Camera di commercio ticinese, che fornisce una fotografia oggettiva della situazione economica del nostro cantone nel contesto nazionale e internazionale. E che in sostanza conferma quanto già rilevato lo scorso anno. Insomma: la crisi finanziaria, l’abolizione della soglia minima del cambio tra franco ed euro e la crisi turistica «non hanno intaccato la progressione economica ticinese».
Le locomotive trainanti dell’economia ticinese sono, come sottolinea lo studio, i principali agglomerati ticinesi. E ognuno ha le proprie specificità. Si parla pertanto di «forza della diversificazione del tessuto economico ticinese» (tra le specializzazioni spiccano le tecnologie dell’informazione e l’industria farmaceutica). Gli agglomerati di punta sono Lugano, Bellinzona, e Chiasso-Mendrisio. Più lento, invece, lo sviluppo economico di Locarno, in quanto «specializzata in settori che, perlomeno attualmente, crescono al di sotto della media».
Quest’anno lo studio si è soffermato anche sull'innovazione tecnologica, tenendo conto del deposito di patenti e brevetti. Da questo punto di vista, il Ticino «è un terreno fertile con numerose aziende che primeggiano». Una forte spinta innovatrice si rileva soprattutto nel settore farmaceutico, delle scienze della vita, dell’energia e dello sviluppo dei materiali.