Dall’uccisione della prostituita al Gabbiano di Loreto, alla doppia morte a Lugano, fino al corriere della droga a Bellinzona
LOCARNO - Delitto in hotel potrebbe sembrare il titolo perfetto di un romanzo di Agata Christie. In Ticino i morti negli hotel si contano sulle dita di una mano. Il grave fatto di oggi ci riporta alla memoria l’episodio che forse è rimasto più impresso nella memoria collettiva di chi ha superato i 30 anni. Quello dell’omicidio avvenuto nell’hotel Gabbiano di Lugano-Loreto, all’epoca noto postribolo.
Era la notte del 16 aprile del 2000 quando avvenne l’uccisione di Marcia Caron, prostituta brasiliana 35enne, madre di una bambina di 3 anni e di un ragazzo di 19 anni. Lavorava in Svizzera con un permesso turistico e svolgeva il lavoro più antico al mondo per mantenere i figli in Brasile. L’autore del delitto fu Carmelo Noto, 31enne muratore residente a Caravaggio, in provincia di Bergamo, ma domiciliato a Binago nel Comasco. L’uomo uccise la donna a scopo di rapina. Noto aveva trascorso un intero pomeriggio al Gabbiano in compagnia di tre diverse ragazze, attendendo fino a sera la disponibilità di Maricia Caron. Dopo aver trascorso la notte con lei, all’alba la donna sorprese Noto trafugare 4000 franchi dall’appartamento. Nell’intento di portare a termine la rapina, Carmelo Noto colpì con un vaso la testa di Maricia, la strangolò e poi la sgozzò. Fece perdere le tracce, ma dopo qualche giorno si pentì e andò a confessarsi da un sacerdote del Duomo di Como. Da lì al costituirsi in questura il passo fu breve. Si dimostrò pentito. Fu condannato a 12 anni di carcere, scontati nel carcere di Palermo.
Non fu una morte violenta quella che invece avvenne all’Hotel Splendide Royal di Lugano il 31 maggio del 2009. Il personale dell’albergo trovò i corpi privi di vita di due uomini, un canadese di 40 anni e un tedesco di 42 anni. I due uomini erano giunti a Lugano tre giorni prima, e avevano scelto di alloggiare in una delle lussuose stanze del rinomato albergo. Si uccisero con un mix di pastiglie. Resta un mistero il motivo del doppio suicidio. Qualcuno avanzò l’ipotesi che tra i due ci fosse una relazione, sospetto alimentato anche da diversi testimoni.
A Bellinzona invece, il 18 ottobre del 2011, in un albergo del centro fu trovato morto un corriere della droga che aveva ingerito circa 90 ovuli di sostanza stupefacente. Era un cittadino straniero di 33 anni. Il giorno prima il corriere si era sentito male mentre si trovava su un treno diretto in Italia ed era stato ricoverato al San Giovanni. Dopo aver ricevuto le prime cure ed essersi ripreso, l’uomo lasciò l'ospedale nonostante il parere contrario dei medici. Prese una stanza d'albergo insieme a una cittadina straniera, la quale - a seguito della morte dell’uomo - preferì svignarsela e far perdere le tracce. L'autopsia rivelò che il corriere - un cosiddetto "body packer" - aveva ingerito l'ingente quantità di ovuli di droga. La polizia fece notare che era la prima volta che in Ticino veniva trovato morto un corriere con ancora lo stupefacente nel corpo.