Costretti a uscire «tutto il giorno sotto il sole cocente». La protesta è partita oggi nel bunker della Croce Rossa a Camorino
BELLINZONA - Questa mattina, gli asilanti non sono scesi dal letto alle 7 come d'abitudine. Non si sono preparati, e non sono usciti all'esterno a passare la giornata. Nel bunker della Protezione civile a Camorino è in corso una protesta contro la gestione del Centro. Secondo i portavoce degli asilanti, sarebbero «una trentina» gli aderenti all'iniziativa.
Questioni aperte - Le condizioni di vita all'interno del bunker sono finite più volte sotto i riflettori, di recente. Sporcizia, scarsità di aria e luce, servizi scadenti. La tensione tra gli ospiti è salita esponenzialmente nel corso degli ultimi mesi, e oggi ha toccato il culmine in quella che - a giudicare dalle immagini - ha tutta l'aria di una protesta pacifica.
Tutti fuori - «Non potete trattarci come animali, siamo umani» recitano i manifesti affissi all'interno del centro. «Non vi permetteremo di distruggere le nostre vite». A scatenare la protesta, la decisione da parte del Cantone di chiudere il centro in orari diurni. Dalle 9 alle 18 - è stato comunicato settimana scorsa - nessun ospite può restare all'interno del bunker.
Clima rovente - «Una decisione forse giustificata dalle temperature elevate che raggiunge la struttura nel periodo estivo» ipotizza l'avvocato Immacolata Rezzonico, attivista per i diritti dei migranti. «Ci si aspetterebbe però che agli asilanti venga offerta una sistemazione alternativa, piuttosto che stare tutto il giorno sotto il sole cocente».
Digiuno a oltranza - In una nota inviata alla redazione di Tio.ch - 20 minuti, gli asilanti affermano di avere scelto «la protesta non violenta» e la via dello sciopero della fame. Un numero imprecisato di loro - riferisce un portavoce - ha iniziato oggi il digiuno che continuerà «finché non arriveremo a una soluzione».
Il comunicato degli asilanti:
Nuove leggi sconvolgenti e inaccettabili vengono introdotte per i rifugiati in Svizzera.
Il Cantone e la Croce rossa stanno per imporre ai rifugiati un nuovo regolamento che li costringe a lasciare il Centro contro la loro volontà alle 9 del mattino e tornare alle 18:00.
I rifugiati hanno deciso di respingere questo ordine del Cantone perché sappiamo che ci stanno spingendo verso il muro: vogliono costringerci a fare qualcosa fuori dagli schemi, per dare loro modo di espellerci dalla Svizzera. Questo non è altro che una semplice politica sporca che viene giocata con rifugiati civili e minacciati che stanno affrontando una persecuzione nei loro paesi d'origine.
Ci hanno già messi in uno stato di depressione. Che cosa vuole fare di più la Croce Rossa con noi? Trovano sempre un nuovo modo di molestare tutti qui creando ostacoli e leggi e problemi spiacevoli. Ci hanno minacciato di chiamare la polizia. Ci minacciano e non ci lasciano uscire. Se le molestie sono un crimine, allora perché è consentito molestare i rifugiati in Svizzera?
Siamo stanchi del comportamento dello staff. Tuttavia, non faremo nulla di immotivato per danneggiare noi stessi o gli altri in modo che la Croce Rossa trovi una ragione per essere più dura. Abbiamo deciso di resistere a questa ingiustizia. Non usciremo dal campo seguendo questo orario forzato e imposto, anche se chiamano la polizia. Non stiamo facendo nulla di illegale. Iniziamo uno sciopero della fame, ci rifiuteremo di mangiare e protesteremo contro questa illogica imposizione di leggi insensate, e seguiremo tutte le procedure pacifiche per evitarlo.
Chiediamo a tutti voi di prendere posizione assieme a noi contro questa decisione disumana del Cantone e della Croce Rossa.