A livello nazionale i procedimenti penali per violazione delle norme di protezione sono tornati ad aumentare. Nel nostro Cantone si registra il dato più basso degli ultimi cinque anni
BERNA - In Svizzera, i procedimenti penali per violazione di norme di protezione degli animali sono tornati ad aumentare nel 2018, dopo un calo nell'anno precedente. Ma non in Ticino. Stando a un'analisi dell'organizzazione Stiftung für das Tier im Recht (fondazione per l'animale nel diritto, TIR), a livello nazionale si registrano 1760 casi.
I procedimenti sono stati 2,02 ogni 10'000 abitanti, ma le differenze regionali sono notevoli, informa TIR in un comunicato odierno. Nettamente sopra la media sono Glarona (6,93), Lucerna (3,74), Berna (3,27), Soletta (3,26), Obvaldo (3,17) e Argovia (3,08). Sul fronte inverso figurano Ticino (0,48, dato più basso degli ultimi cinque anni, con 17 casi), Nidvaldo (0,46), Giura (0,41) e Basilea Città (0,31). I Grigioni si trovano nel mezzo (2,27; 45 casi).
A livello nazionale i dossier concernevano per il 50% animali domestici (soprattutto cani: 699 casi) e per il 33% quelli da reddito (dominano le mucche: 340). Il resto riguarda animali selvaggi e altro ancora.
Secondo TIR nella gestione degli episodi in questione continuano a sussistere lacune considerevoli: le autorità di perseguimento penale pronunciano ad esempio pene ben al di sotto di quanto permesso dal quadro legale. Complessivamente comunque l'applicazione delle norme penali di protezione degli animali è sensibilmente migliorata: i reati vengono seguiti e sanzionati sempre più spesso. "Ciò permette di concludere che in generale, rispetto al passato, le autorità preposte prendono più sul serio i propri doveri", afferma la fondazione.