Il diritto di avere un posto a sedere non esiste. Anche quando i treni sono sovraffollati la valutazione spetta al personale delle FFS. Ma per chi sgarra non sempre è prevista una multa
LUGANO - In seconda classe non c'è posto. Ma ho pagato un biglietto, e allora vado in prima. Un pensiero che di tanto in tanto si manifesta nella mente di chi usufruisce dei treni. Ma si può fare? Dipende dal treno, potremmo dire. Una direttiva automatica in merito non esiste, la valutazione sottostà al buonsenso dell'assistente alla clientela.
Nessun diritto al posto seduto - «Autonomamente non è possibile recarsi in prima classe», spiega il portavoce delle FFS Patrick Walser. «Sta al personale, se la seconda classe è davvero piena, fare un'eccezione e permettere ai viaggiatori di passare in prima classe». Il diritto, pagando il biglietto, di avere un posto a sedere quindi non esiste. «Anche perché - aggiunge Walser - chi paga il biglietto in prima classe, e lo paga profumatamente, potrebbe non essere particolarmente entusiasta di non trovare posto perché qualcuno con un abbonamento di seconda si è seduto al suo posto».
La lunghezza non conta - Il "diritto al posto seduto" non esiste nemmeno nei treni a lunga percorrenza, dove però gli assistenti alla clientela sono sempre presenti e quindi è più facile poter ottenere l'upgrade. Al contrario per il traffico regionale i controlli sono sporadici: «In assenza di un consenso del personale non è mai possibile che i passeggeri vadano ad accomodarsi in prima», ammonisce Walser.
Treni troppo pieni? Pochi - Secondo il portavoce delle FFS, non sono comunque molti i treni che possono essere considerati troppo pieni, «soprattutto quelli negli orari di punta, ma non tutti»: «Non smetteremo mai di ripeterlo. Il treno è lungo e spesso la gente si accalca nella stessa sezione, quando invece alle due estremità del convoglio ci potrebbe essere ancora posto».
Multa o non multa? - Ma a quanto ammonta la multa per qualcuno che viene pizzicato nella classe sbagliata? I cartelli affissi sui treni Tilo parlano chiaro: un «supplemento» di almeno 100 franchi. Che alle orecchie degli utenti suona come multa a tutti gli effetti. «La situazione sul treno era invivibile, non si poteva neanche stare in piedi. Così mi sono spostato in prima classe e sono stato sanzionato con una multa di 75 franchi. Ho scritto alle FFS per lamentarmi e me l'hanno ridotta a 35. Ma ho dovuto comunque pagare», racconta un pendolare.
Diverso è il discorso per i treni a lunga percorrenza. «In questo caso si deve semplicemente pagare il cambio classe. Naturalmente se la cosa è reiterata e una persona viene trovata più volte nella classe sbagliata, allora scatta la sanzione», conclude Walser. Insomma, se si vuole cambiare classe è bene pensarci due volte.