Il presidente della Società Astronomica Ticinese esprime rammarico per il trasferimento della struttura: «Avrebbero potuto contattarci»
MENDRISIO - «Una decisione tanto legittima, quanto triste». La Società Astronomica Ticinese (SAT) commenta così la decisione delle Ferrovia Monte Generoso di chiudere l'Osservatorio del Monte Generoso e di trasferire la strumentazione oltre Gottardo.
«Come una delle principali associazioni ticinesi attive nel campo dell’osservazione astronomica - fan notare il presidente della SAT, Renzo Ramelli - non possiamo che esprimere il nostro sconcerto per la volontà di privare il Ticino di un fiore all’occhiello: il telescopio aperto al pubblico più grande del Ticino, situato in una posizione invidiabile e quasi unica nel suo genere».
Secondo Ramelli, la causa del calo di interesse negli ultimi mesi verso l’offerta astronomica in vetta, peraltro evidenziato quale ragione della decisione, va probabilmente cercata nella impossibilità di pernottamento in loco. «Possibilità - sottolinea il presidente della SAT - che invece in passato esisteva e che permetteva di prolungare osservazioni notturne, aprendo interessanti spiragli anche per gruppi e scolaresche. Il vincolo del rientro del treno prima di mezzanotte non ha certo contribuito a favorire le attività di osservazione del firmamento».
Queste scelte aziendali, per Ramelli «sono del tutto legittime, ma del tutto incompatibili con le esigenze di un osservatorio astronomico in una posizione discosta, motivo che sembra suggerire come l’osservazione del cielo non fosse già più considerata un'attività rilevante da qualche tempo».
«A noi - conclude - rimane il grande dispiacere per un'occasione perduta e per la scomparsa di un Osservatorio astronomico di eccellente qualità, sia strumentale sia ambientale, in un territorio come il Ticino, la cui popolazione è sempre stata sensibile e attenta al cielo e alle sue meraviglie. Lo dimostra la significativa presenza di centri di ricerca e di divulgazione. Presenza che ora sarà un po' più povera. Peccato. Resta inoltre il grande rammarico che la nostra associazione non sia stata contattata e coinvolta nella possibile ricerca di soluzioni alternative».