Nuovi dati rivelano da quali nazioni provengono coloro che chiedono maggiormente la nazionalità svizzera.
A sorpresa spuntano i russi. In calo italiani, austriaci e portoghesi. Perchè? Storie di italiani che di fronte alla possibilità di naturalizzarsi hanno fatto scelte diverse.
LUGANO - Da quale nazione viene richiesto maggiormente il passaporto svizzero? La domanda fa parte di uno studio realizzato dall’Università di Ginevra e dalla Commissione federale della migrazione CFM, secondo il quale sono stati i cittadini russi domiciliati nel nostro Paese a richiedere maggiormente la nazionalità svizzera. Si parla di una percentuale del 10.3 per cento. Più bassa invece la percentuale di richieste da parte di italiani e austriaci.
Secondo gli autori dello studio i tassi di naturalizzazione sono più elevati per quei gruppi di persone che non condividono né la lingua né la cultura con la Svizzera. Philippe Wanner, professore di demografia, ha così spiegato il fenomeno: «Innanzitutto viaggiare con un passaporto svizzero diventa molto più facile per coloro che non sono della comunità europea. In secondo luogo la naturalizzazione da parte di persone di culture diverse dalla nostra è uno strumento per una maggiore integrazione e un più facile accesso al mercato europeo del lavoro».
Parole che non convincono per niente la consigliera nazionale dell’UDC, Barbara Steinemann: «È un aspetto problematico se gli stranieri, nel momento di chiedere la naturalizzazione, pensano soltanto al proprio tornaconto personale, anziché a una reale volontà d'integrazione». Di parere opposto invece Pascale Steiner della Federal Migration Commission. «Chi ha maggiori possibilità di entrare nel mercato del lavoro inevitabilmente paga più tasse», ha dichiarato Steiner facendo notare che esistono anche altri motivi per la richiesta naturalizzazione, come ad esempio la volontà di partecipare al voto e contribuire ai processi decisionali pubblici.
Francesco 56 anni, Mendrisio: «Sono integrato, ma resto italiano»
«Sono arrivato qui a metà degli anni 60, perché la ditta in cui lavorava mio padre nel Veneto aveva aperto una filiale in Ticino. Erano anni in cui si viveva una chiara resistenza verso gli immigrati italiani. Noi siamo sempre molto rimasti legati all'Italia, ma ci siamo integrati benissimo. Da giovane la scelta di non chiedere la cittadinanza era forse legata alla possibilità di evitare il servizio militare. In seguito, grazie alla liberalità della legislazione elvetica, non ho quasi mai sentito il mio essere straniero come una limitazione. Anzi, lo vivevo come garanzia di un'apertura mentale verso il mondo. Mi sono sempre sentito un «italiano all'estero», diciamo così. Una condizione che ho scoperto essere più frequente di quel che pensavo. Forse il sentimento della nazionalità è un elemento dell'identità. Si fatica a cambiare, quando lo senti così».
S.F.
Davide 32 anni, Bellinzona: «No, grazie. Sto benissimo così»
Classe 1988, nato nel canton Argovia, poi trasferitosi a 20 anni, con la famiglia in Ticino, a Bellinzona. Davide S., di professione idraulico, ha sempre mantenuto solo la cittadinanza italiana (è infatti originario del Salento). Perché? È lui stesso a spiegarlo. «Pur essendo molto legato e grato alla Svizzera, non ho mai visto grandi vantaggi nell’avere la doppia cittadinanza. Una volta mi sono informato. Ma la burocrazia era troppa. Mi sono dunque bloccato quasi subito». Davide, nonostante sia italiano, è profondamente integrato in Ticino. «Mi sento a casa. Non riuscirei a immaginare di andare a vivere in un’altra nazione. So benissimo anche il tedesco e il francese. Conosco geograficamente tutta la Svizzera, grazie alle mie esperienze lavorative. Non avrei difficoltà a sostenere un esame. Semplicemente sto bene così. E poi diciamo la verità: dopo 40 anni di Svizzera andare ogni 5 anni all’ufficio degli stranieri di Lugano per il rinnovo del permesso e farmi trattare male dal personale dell’ufficio stranieri mi faceva stare male».
P.M.
Sebastiano 40 anni: «Il Ticino mi ha fatto sentire svizzero»
«Dopo una vita vissuta oltre Gottardo, mi sono trasferito in Ticino circa 20 anni fa per lavoro. Sono nato da genitori italiani e quando vivevo nella Svizzera tedesca, vuoi per motivi linguistici e culturali sentivo in me fortemente le mie radici italiane e mai avevo preso in considerazione di naturalizzarmi. Il contesto svizzero tedesco apertamente ostile nei confronti dell'Italia non aiutava di certo. Da quando invece mi sono trasferito in Ticino è cambiato qualcosa. Qui si parla la mia lingua madre, e automaticamente è iniziato un processo di integrazione maggiore. Mi sono interessato alle questioni politiche e sociali di questo cantone e di riflesso dell’intera Svizzera. Pian piano ho sentito il bisogno di voler partecipare attivamente al diritto di voto. Insomma di dire la mia a livello politico e a contribuire, con il mio voto, alla crescita di una società più vicina possibile ai miei ideali di vita. E poi diciamo la verità: dopo oltre 40 anni in Svizzera, andare ogni 5 anni all'Ufficio degli stranieri di lugano per rinnovare il permesso C e farsi trattare male dal personale dell'ufficio mi sembrava davvero troppo».
S.F.
Galina Spirito, 39 anni, Zurigo: «Sono russa ma voglio votare in Svizzera»
Ho avviato la pratica per la naturalizzazione. Vivo in Svizzera da 17 anni: ormai posso dire che mi sento svizzera a tutti gli effetti, da qui la decisione di prendere il passaporto. In quanto russa sono una cittadina di un paese terzo, quindi viaggiare con un passaporto russo è estremamente fastidioso. I viaggi improvvisati sono praticamente impossibile, bisogna sempre chiedere il visto. Dato che mio marito ha la doppia cittadinanza, fortunatamente ho potuto chiedere dopo tre anni in Svizzera il passaporto italiano. Una scelta che mi ha aiutato per quanto riguarda i viaggi. Ma ora non mi basta più. In questo momento reputo fondamentale che possa votare ed esprimere la mia opinione anche nel paese in cui effettivamente vivo.
S.F.
A.M: «Diciamo che dopo 30 anni dovrebbe essere perlomeno gratis, visto che la Svizzera mi ha regalato 3 ernie al disco, 30 chili di stress, e fatto cadere i capelli, ed essere nato a Zugo trattato da orfano bianco, una nazione che fa altruismo ma ci ha trattati peggio di come Salvini vorrebbe trattare gli immigrati, oggi sono straniero in Italia e straniero in Svizzera».
E. D.P.: «A me piacerebbe molto fare il passaporto svizzero, ho tutti i requisiti e mi sento decisamente molto più svizzera che italiana, ma la trafila è lunga e costosa. Ho provato a mandare una volta una email al mio comune per avere l’iter da seguire ma non mi hanno mai risposto».
F. P. N. «Io ho ricevuto la cittadinanza svizzera per me e miei primi due figli nel 2012... sono in Svizzera da ben 36 anni. L’ho fatto per una sicurezza futura dei miei bambini, sono nati e cresciuti e sinceramente con i tempi che corrono anche per la mia sicurezza. Il mio secondo figlio che ha 10 anni dice di voler fare il poliziotto e quindi grazie al cielo che è svizzero».
Fonte: Facebook