La competizione si svolge il 10 marzo a Ebikon. Lui, che lavora in Ticino, viene respinto per le norme sul Covid-19.
Grande delusione da parte di chi lo ha seguito finora: «Si è sempre impegnato. Capiamo che ci sono delle regole. Ma speriamo che si trovi una soluzione».
LOCARNO - Il prossimo 10 marzo avrebbe dovuto partecipare ai campionati regionali per apprendisti verniciatori di carrozzeria a Ebikon, nel canton Lucerna. Ma gli organizzatori lo hanno “bloccato”. Perché vive in Italia, in Valle Vigezzo. E le disposizioni lucernesi sul nuovo Coronavirus parlano chiaro. È accaduto a un giovane apprendista frontaliere di una carrozzeria del Locarnese. Grande la delusione del suo formatore. «È un ragazzo che ha sempre dato il massimo, si è sempre impegnato. Capiamo che ci sono delle regole. Ma speriamo che si trovi una soluzione».
La voglia di approdare ai campionati nazionali – Il ragazzo, che ha 20 anni, si era già fatto notare per la sua bravura in altre competizioni analoghe. Non solo. Per raggiungere i campionati di Ebikon si era dato parecchio da fare. «Seguendo corsi supplementari e studiando molto», precisa il formatore. Nella giornata di giovedì, però, è arrivata la decisione che vieta al giovane l’ammissione alla gara. «Con tutti i sacrifici che ha fatto non se lo meritava proprio. Fare una buona prestazione a Ebikon avrebbe permesso al nostro apprendista di qualificarsi per i prossimi campionati svizzeri».
Possibile un percorso alternativo – Niente da fare però. Le direttive del Canton Lucerna per contrastare la diffusione del Coronavirus non permettono a persone che hanno avuto contatti recenti con l’Italia di essere sul posto il 10 marzo. Il comitato organizzativo (Carrosserie Suisse), tuttavia, vista la situazione eccezionale, starebbe valutando la possibilità di fare disputare la competizione al giovane attraverso un percorso alternativo. In questo modo il 20enne avrebbe la possibilità di giocarsi, come gli altri partecipanti, l’accesso ai campionati nazionali. «Restiamo in attesa – conclude il formatore –. Siamo fiduciosi. È giusto che ci sia la prevenzione. Però è anche giusto valorizzare il lavoro dei nostri giovani».