Sulle app di messaggistica girano sempre più audio e video che riportano testimonianze sul coronavirus
Paolo Attivissimo, esperto informatico, consiglia di considerarli «falsi fino a prova contraria» e invita tutti a «non condividerli ma cancellarli»
BELLINZONA - Il coronavirus si sta diffondendo a macchia d’olio in tutto il Ticino e in tutta la Svizzera. Ieri i contagi confermati nel Paese erano ormai 2’200 e la paura si sta propagando anche nella popolazione.
Una preoccupazione legittima visto che la malattia può portare a gravissime conseguenze di salute e anche alla morte. Ma essa non deve sfociare in una psicosi collettiva che può essere altrettanto pericolosa. E soprattutto non deve venire alimentata da false informazioni. Per questo un uso responsabile dei social e delle chat come WhatsApp è imprescindibile.
Negli ultimi giorni, infatti, i nostri smartphone vengono inondati da messaggi e audio catastrofisti sulla situazione dei contagi in Ticino. Uno degli ultimi concerne una presunta infermiera dell’EOC attiva nel reparto di cure intense alla Carità di Locarno.
Nell’audio si sente una voce di donna che racconta le condizioni «di emergenza» in cui versa il nosocomio locarnese e sottolinea come «molti intubati siano giovani» con «polmoniti bruttissime». Affermazioni pesanti che non necessariamente corrispondono alla realtà anche perché quella registrazione potrebbe averla fatta chiunque. E anche se fosse vera è sempre meglio limitarsi a seguire le comunicazioni dai canali ufficiali. «Il mio consiglio - precisa il giornalista informatico e debunker Paolo Attivissimo - è di adottare il seguente comportamento: qualunque video o audio o messaggio proveniente da fonte non ufficiale è da considerare falso fino a prova contraria».
Falsa come si era poi rivelata sabato la notizia della morte di due infermiere avvenuta sempre alla Carità di Locarno. Falso come il fatto che il virus riesce a sopravvivere nove giorni sull’asfalto. Fake news o se preferite bufale che girano sulla rete. Che girano su WhatsApp. «Per qualunque informazione - precisa ancora l'esperto - bisogna rivolgersi a fonti ufficiali. Tutto quello che vi arriva sul telefono da fonte ignota non va condiviso, ma va cestinato. Diffondere questi allarmi è da incoscienti», conclude Paolo Attivissimo.
L’unico modo per combattere il coronavirus è seguire le indicazioni fornite dal Governo. Stare a casa il più possibile, proteggere le persone vulnerabili e se bisogna uscire per forza rispettare la distanza sociale.