Voci di coppie divise dal confine tra Ticino e Italia. Come affrontano la distanza forzata?
E intanto i matrimoni vengono cancellati. I wedding planner: «Clima di incertezza, si tende a rimandare»
LUGANO / COMO - Divisi dall'epidemia. Il coronavirus - come tutti i grandi drammi - crea anche del romanticismo. E ha riempito il Ticino e le zone di frontiera di tanti Romei e Giuliette.
Coppie separate, per chissà quanto tempo. Ebbene sì: l'amore non è tra le giustificazioni ammesse dall'Amministrazione delle Dogane per transitare dai valichi italo-svizzeri. Ne sa qualcosa F.B.*, 29enne di Morbio Inferiore con fidanzata ad Albate, nel Comasco. «È una situazione pesante» ammette. «Ci siamo salutati due domeniche fa e da allora ci sentiamo solo su Skype».
Relazioni epistolari più o meno travagliate, come nel celebre romanzo "L'amore ai tempi del colera" di G.G. Marquez. È la condanna di tante coppie trans-frontaliere, che rispettano le decisioni delle autorità ma non possono evitare i sospiri. «Ci siamo messi l'anima in pace» spiega P.B., che lavora in un'azienda del terziario e vive «praticamente chiuso in casa» da una decina di giorni. «Ci si annoia, mancano i contatti umani. La cosa peggiore è non sapere quanto durerà».
Qualcuno, esasperato, ha battuto avventurosi sentieri secondari. Come M. P., 35enne del Luganese: sperava di poter fare «almeno qualche passeggiata» insieme alla fidanzata di Sagnino, vicino a Ponte Chiasso. Ha scoperto però che «anche i sentieri minori sono bloccati» e ha dovuto rassegnarsi alle video-chiamate. «La tecnologia aiuta, ma manca il calore umano. La sensazione è di un grande vuoto».
C'è anche chi non resiste, ed è pronto al "salto" dall'altra parte. R.G., 30enne di Lugano impiegato in un'autofficina di Mendrisio, ha raggiunto a Varese la fidanzata 27enne, incinta di sette mesi. Ha stampato una dichiarazione con il certificato della ginecologa, che esibisce a ogni passaggio in dogana. «Per fortuna le autorità si sono mostrate comprensive. Non potevo lasciarla sola in questo momento. L'angoscia è già enorme, a ogni controllo in ospedale». Ora lui torna in Ticino solo per il lavoro (ridotto). «Ci stavamo preparando per andare a vivere insieme. A questo punto rimarremo qui».
I programmi saltano. Anche senza che ci si metta di mezzo la frontiera. Lo sanno bene gli organizzatori di matrimoni, che in questi giorni sono più che mai sotto pressione. «Molte coppie sono preoccupate e stanno rivedendo i piani. C'è chi reagisce cancellando fin d'ora la cerimonia e il viaggio di nozze» spiega la wedding planner luganese Leandra Svizzero. «Ci sono ostacoli oggettivi, come la chiusura dei ristoranti e le cancellazioni di voli. E poi ci sono aspetti soggettivi. Molti non se la sentono di affrontare una spesa così importante in un momento d'incertezza sul futuro».
Per ora però le cancellazioni riguarderebbero «soprattutto la clientela straniera» precisa Svizzero. Nei ticinesi prevarrebbe «l'atteggiamento di attesa prudente». La speranza è più forte di tutto, si sa. Anche del virus.
* nomi noti alla redazione