In diversi veicoli in dotazione alle truppe sanitarie le barelle si sganciano troppo facilmente.
«La maggior parte è stata nel frattempo adattata, le altre vengono usate solo per la formazione», spiega il portavoce dell’esercito
LUGANO - A supportare le autorità civili nella lotta contro il coronavirus è sceso in campo anche l’esercito. Il primo Cantone a beneficiare di questo sostegno è stato il Ticino, che la scorsa settimana è stato raggiunto da due ambulanze militari.
Non tutte quelle in dotazione all’esercito sono però omologate per il trasporto dei pazienti. Il problema? I lettini situati nella cabina posteriore che si sganciano troppo facilmente durante la marcia, con il rischio di aggravare ulteriormente lo stato di salute dei passeggeri. «Sono stato un autista nelle truppe sanitarie e durante gli esercizi era categoricamente vietato trasportare chiunque sul lettino», conferma un ex milite di stanza ad Airolo.
In effetti un problema c’è, conferma il portavoce dell’esercito Giorgio Krüsi, anche se è da relativizzare: «Ci sono veicoli in cui la tavola della barella ha dovuto essere sostituita alcuni anni dopo il loro approvvigionamento». Ma la maggior parte di questi mezzi - assicura - è stata ora adattata.
Quelli ancora difettosi, invece, vengono utilizzati principalmente a scopi formativi. «Possono essere usati anche in caso di un impiego reale - spiega Krüsi -, ma solo quando tutti gli altri mezzi sono indisponibili, solo su brevi distanze e solo a basse velocità. Al momento quindi non impieghiamo nessuna di queste ambulanze».
Alle due ambulanze iniziali nel frattempo si sono verosimilmente aggiunti altri mezzi e uomini. Tuttavia, sul numero di militi chiamati in servizio dal Ticino o impiegati nel nostro Cantone vige il massimo riserbo: «Non possiamo fornire alcuna informazione al riguardo, anche perché i numeri cambiano costantemente», conclude il portavoce.