Si chiama Hans Hess ed è presidente dell'industria metalmeccanica svizzera. Le sue argomentazioni fanno discutere
Pesanti critiche al nostro Cantone per avere chiuso tutto. Ai microfoni della RSI, il presidente del Governo Christian Vitta gli ha risposto per le rime.
Aveva la possibilità di ritrattare le sue posizioni. E l'ha sprecata. Hans Hess, presidente dell'industria metalmeccanica svizzera (Swissmem), ai microfoni del telegiornale della RSI, non cambia posizione. E sembra incapace di capire che di fronte a una pandemia sconvolgente come quella del Covid-19, la salute deve venire al primo posto. Anche prima dell'economia.
Quanti filosofi – Hess, come altri "filosofi" dell'ambiente economico (tra cui Monika Rühl, rappresentante di Economiesuisse, che al SonntagsBlick ha dichiarato che le aziende elvetiche devono continuare a lavorare), avevano bacchettato il Ticino per avere avuto il coraggio di chiudere tutto. Sostenendo che una mossa del genere avrebbe creato seri problemi all'economia dell'intero Paese.
Scavalcato il Consiglio federale – Non solo. Lo stesso Hess ha pure dichiarato che la scelta del Ticino rappresenterebbe un mancato riconoscimento della volontà del Consiglio Federale. Secondo molti ticinesi, invece, a Berna si continuerebbe a temporeggiare. Le misure messe in atto a livello nazionale sarebbero troppo blande. Nel frattempo il virus che viene dalla Cina ha devastato dapprima la Lombardia. E ora sta mettendo a durissima prova anche il Ticino. Il resto della Svizzera (a parte le dovute eccezioni), al momento, non avrebbe la medesima percezione del Covid-19 vissuta dai ticinesi.
Qui non si può più aspettare – Come ha dichiarato, sempre al telegiornale, il presidente del Governo ticinese, Christian Vitta, lo stesso Ticino non si trova nelle condizioni di potere aspettare. «Siamo in una situazione particolare. Stiamo registrando un'evoluzione del virus che anticipa di un paio di settimane quello che potrebbe succedere nel resto della Svizzera. Non possiamo attendere che il virus si diffonda in maniera eccessiva, per poi prendere misure in ritardo».
Sindacati e padronato stanno col Governo – Vitta espone a chiare lettere l'opinione compatta di tutto il Consiglio di Stato. Va ricordato che il Governo ticinese sta godendo, in questo momento, dell'appoggio degli ambienti sindacali e di gran parte del padronato. «Dovevamo operare in una direzione che ci permettesse di affrontare nel migliore dei modi il picco dei contagi. Nella vicina Italia, poche ore dopo, è stata presa una decisione analoga».
Al momento siamo ancora troppo soli – Che il Ticino fosse ancora relativamente troppo solo in questa battaglia, lo si era intuito già negli scorsi giorni. Certo, Alain Berset, consigliere federale e ministro della salute, è sceso a sud delle Alpi "per rassicurarci" e per "farci sentire l'appoggio del resto della Confederazione". Ma la sensazione di non essere veramente capiti fino in fondo era e resta diffusa. Vitta fa una considerazione cruciale. «Non è escluso che quando il resto della Svizzera si troverà in difficoltà, noi avremo già superato il momento difficile e potremo ripartire su basi solide. Il consenso generale che troviamo nel Canton Ticino è importante».
La questione della spesa vietata agli over 65 – Hess ha attaccato il Ticino anche per avere imposto agli over 65 di non recarsi a fare la spesa. Una scelta che secondo lo stesso Hess scavalcherebbe ancora una volta il Consiglio federale e sarebbe paragonabile al divieto di uscire di casa per gli anziani (poi revocato) introdotto negli scorsi giorni nel Canton Uri. «No – fa notare Vitta –. Non c'è paragone. Questa limitazione specifica per gli anziani è molto meno invasiva rispetto a quella del Canton Uri. L'abbiamo introdotta per tutelare gli stessi anziani. Ci stiamo organizzando con i Comuni affinché gli over 65, grazie a una rete di volontari, ricevano la spesa a domicilio. C'è tanta solidarietà».
In Ticino non c'è più tempo – E se da Berna dovesse arrivare l'ordine di fare retromarcia sia sul blocco del lavoro sia sul divieto di andare a fare la spesa per gli anziani? Vitta è chiaro: «Sono in contatto con la presidente della Confederazione, Simonetta Sommaruga. Sono anche in contatto con la rappresentante della deputazione ticinese alle Camere federali, Marina Carobbio, che appoggia la nostra linea. Tutti insieme dobbiamo fare capire a Berna che noi stiamo vivendo una situazione che oltre Gottardo si potrà vivere tra una o due settimane. Noi non possiamo attendere».
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