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CANTONECovid-19 e chiusura dei cantieri: Marzio Maurino deciso a non chiudere

26.03.20 - 22:09
La cava di Biasca ha ricevuto già tre visite dalla polizia. Il titolare: «Le disposizioni del Cantone sono illegali».
Tipress
Marzio Maurino in una delle sue cave (foto d'archivio)
Marzio Maurino in una delle sue cave (foto d'archivio)
Covid-19 e chiusura dei cantieri: Marzio Maurino deciso a non chiudere
La cava di Biasca ha ricevuto già tre visite dalla polizia. Il titolare: «Le disposizioni del Cantone sono illegali».

BIASCA - Settimana scorsa il Consiglio di Stato ha decretato la chiusura di cantieri e fabbriche a causa dell’emergenza coronavirus, ma non tutti sembrano pronti a piegarsi alla misura che, del resto, è osteggiata anche dall’Ufficio federale di giustizia. Come il titolare della Graniti Maurino di Biasca, che nonostante abbia già ricevuto tre visite da parte della polizia si dice deciso a non chiudere.

«Noi consegniamo nella Svizzera tedesca e lì l’attività continua normalmente. I nostri clienti aspettano le consegne dal Ticino», spiega al Blick il titolare Marzio Maurino. In pentola bolle in particolare la consegna di 100 tonnellate di granito per un progetto all’Aeroporto di Zurigo: «Per ogni giornata di ritardo dobbiamo pagare 10mila franchi di penali, è il contratto», lamenta.

Fatto sta che la polizia, decisa a far rispettare i provvedimenti dell’esecutivo cantonale, ha visitato la cava già due volte nei giorni scorsi ed è passata di nuovo questa mattina: «Volevano ancora chiudere la nostra azienda che ha 125 anni di storia: gli abbiamo risposto che era fuori questione», racconta il titolare al portale svizzero tedesco. Secondo lui, il fatto che, ora, su una superficie di 4’000 metri quadrati coperti (su un sedime di 40'000 m2), lavorino solo 5-6 persone anziché le abituali trenta basterebbe già per scongiurare il pericolo di contagi: «Gli spazi sono sufficienti per tenere le distanze», assicura. Le disposizioni del Cantone, inoltre, a suo avviso sarebbero «illegali»: a decidere la chiusura potrebbe essere al massimo la Confederazione.

Dopo la visita di questa mattina, però, il Cantone ha intimato per decreto a Maurino la chiusura immediata della cava. Lui, dal canto suo, si dice pronto a fare opposizione e promette: se i suoi clienti gli addebitassero delle penali girerebbe le fatture direttamente al Cantone.

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