Il sindacato punta il dito contro il mondo economico reo di esercitare «pressioni incomprensibili»
Gli ambienti economici vengono accusati di avere un «orecchio pericolosamente selettivo» che coglie solo la notizia del superamento del picco ma non «l'invito a mantenere alta la guardia» delle autorità sanitarie.
BELLINZONA - «Gli sforzi compiuti dalla popolazione e da buona parte del mondo economico non vanno vanificati con una ripresa prematura delle attività produttive non essenziali». Parole e musica scandite con forza dal sindacato Unia Ticino dopo le «fughe in avanti» degli ambienti economici, che con il loro «orecchio pericolosamente selettivo» hanno colto solo la notizia del superamento in Ticino del picco dei contagi da coronavirus ma non il messaggio delle autorità sanitarie cantonali che invitano a mantenere alta la guardia.
Economia sotto accusa - Il sindacato punta il dito contro il mondo economico che sta esercitando «pressioni in modo assolutamente incomprensibile». Unia si riferisce in particolar modo «alle vergognose parole» pronunciate dai rappresentanti della grande economia nazionale: dal «non dobbiamo proteggerci troppo dal coronavirus» del presidente degli impresari costruttori Gianluca Lardi, al richiamo al Ticino a una presunta «ragionevolezza» giunto dal presidente di Swissmem Hans Hess. Interventi questi a cui hanno fatto seguito i primi parziali allentamenti delle misure restrittive che Unia «contesta».
Autorizzazioni bocciate - Unia - successivamente - fa il punto della situazione per quel che concerne il rilascio di autorizzazioni straordinarie: «Nell’ultima settimana abbiamo dovuto esprimere diversi preavvisi negativi di fronte a richieste oggettivamente non fondate. Così come ha fatto per quanto riguarda la riapertura del cantiere Alptransit del Monte Ceneri, dove è oggettivamente impossibile soddisfare le misure di protezione sanitarie e di distanza sociale». Ma non solo. «Anche in altre realtà lavorative dove questi criteri sono soddisfatti - precisa il sindacato - la situazione risulta insostenibile, soprattutto per i lavoratori più vulnerabili». Unia cita l'esempio delle cave di granito dove le distanze sociali sono certamente garantite, ma i lavoratori sono sempre a rischio lavorando costantemente a contatto con le polveri silicee derivanti dal taglio e dalla lavorazione della pietra, le quali possono avere gravi effetti sul loro sistema respiratorio.